Gentile Presidente, a seguito del grave episodio accaduto durante l’ultimo Consiglio del 14 novembre, in occasione della votazione a scrutinio segreto del punto all’o.d.g. n. 5 “nomina componenti della commissione per l’aggiornamento e formazione degli albi dei giudici popolari biennio 2017-2019, chiedo di acquisire formalmente la rinuncia da parte di ogni singolo Consigliere-votante, quindi all’unanimità dei 23 presenti, al diritto alla segretezza del ridetto voto“. Dopo l’offesa ricevuta e passate le prime ore di smarrimento, Irma melini scrive direttamente a Pasquale Di Rella e Antonio Decaro; sulla faccenda che la vede protagonista suo malgrado, vuole andare fino in fondo.

Così facendo – scrive ancora – si potrà, in tempi brevi, procedere alla verifica della paternità di ciascuna preferenza espressa, e quindi all’accertamento delle responsabilità inerenti al fatto  di vilipendio all’Istituzione del Consiglio comunale e di diffamazione aggravata  in mio danno“.

“È indegno che quella persona sia con noi allo stesso stesso piano dove siamo ora – ha detto ai nostri microfoni – forse avremmo dovuto annullare immediatamente la votazione, abbiamo un problema di voto segreto e dobbiamo fare in modo che sia la politica a dare il buon esempio, e non la Magistratura”.

Intanto, oggi alle 16.30 negli uffici e alla presenza de segretario generale del Comune di Bari, Donato Susca, la Melini ha fatto sapere che sarà aperta la busta sigillata contenente le 23 schede, per permettere di acquisire la copia della scheda nulla recante la frase vergognosa.