Chi c’è stato almeno una volta nella vita, per se stesso o per fare visita a qualcuno, si è sicuramente accorto della cosa: tra viali e vialetti del Policlinico di Bari, abbondano a profusione pali, paletti, barriere mobili, sbarre telecomandante e via dicendo. Muoversi tra le varie cliniche dell’ospedale, a piedi o in macchina per quei “fortunati” che riescono ad accedervi in auto, è un vero manicomio.

Certo, si tratta di evitare che dentro regni il caos e soprattutto di agevolare gli spostamenti dei mezzi di soccorso che si muovono in emergenza, ma in caso di un fuggi fuggi generale, per una qualsiasi necessità, cosa accadrebbe? Siamo certi che le vie di fuga, per esempio, siano funzionali e realizzate come si deve? Non è che, per caso, si potrebbe fare di meglio?

Le domande, legittime e sacrosante, sono venute in mente ai membri della CSE Sanità, l’organizzazione sindacale delle Professioni Sanitarie, Sociali, Tecniche e Amministrative, dopo che proprio davanti al Posto di Polizia è spuntata una sbarra telecomandata. Carta e penna alla mano, il sindacato ha denunciato tutto al Prefetto e al Questore. La situazione, secondo la CSE, mette in serio pericolo la sicurezza di tutti e ha bisogno di interventi immediati.

Per capire come stanno le cose, siamo andati a parlare con Vito D’Alano, segretario regionale sanità della CSA, e con Vittorio Carra, che oltre a far parte del sindacato è Responsabile per la Sicurezza e Viabilità del Policlinico.