Mattia, Marco, Giorgia e suo marito Bartolo. È questa la famiglia di Titti, mamma esasperata che qualche giorno fa ha proposto al web una petizione da firmare e indirizzare al premier Matteo Renzi, al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e al Sindaco di Bari Antonio Decaro.

Tanti sacrifici ma a malapena sopravviviamo, aveva scritto. Chiedendosi il motivo della quasi totale immobilità di una graduatoria relativa all’ex articolo 16 dell’ufficio territoriale per l’impiego che dovrebbe favorire il collocamento dei disoccupati ma che in realtà risulta essere solo una perdita di tempo.

“In un anno sono passata dal 230esimo al 154esimo posto – spiega Titti -. Fino a pochi anni fa la graduatoria viaggiava spedita e venivano assunte anche 500 persone in un anno. Adesso è tutto fermo. Mio marito si fa in quattro ma con un mutuo di 700 euro, la rata della macchina, le bollette e tutto il resto, come ho scritto nella petizione, il nostro non è un vivere dignitoso: è un sopravvivere”.

“La mia non è una battaglia personale – continua Titti -. Voglio solo che sia garantito un diritto, che vengano rispettate le regole. In quella graduatoria c’è anche chi sta molto peggio di noi, chi non riesce nemmeno a sopravvivere. Tutto però resta bloccato”.

“A lui piace giocare a calcio e suonare, a lei ballare – aggiunge Bartolo indicando due dei suoi tre piccini -, purtroppo però non posso accontentarli. I soldi non bastano. Sono bambini, i loro sogni andrebbero in qualche maniera assecondati, ma noi non possiamo permettercelo”.