Dopo l’esposto presentato dai consiglieri di opposizione Rosa Rignani e Mario Elia, con la conseguente sospensione dell’asta per la vendita dell’area comunale in via Deledda, il sindaco di Capurso Francesco Crudele passa al contrattacco: «La locale pubblica amministrazione è da sempre presidio di legalità e nessuno può adombrare condotte illecite. Proprio per questo è stato dato mandato a un legale per procedere nei confronti dei consiglieri Rignani e Elia».

Il sindaco dunque non ci sta: «A Capurso non è in corso nessuna “svendita” di immobili comunali: l’asta pubblica al rialzo, procedura scelta per l’alienazione, garantisce oggettivamente la massima trasparenza. Gli eventuali interessati avevano un mese di tempo per presentare le offerte: un tempo più che sufficiente». Sarà, ma allora perché sospenderla? E soprattutto, perché sospenderla un giorno prima che scadano i termini? L’amministrazione ha proceduto in autotutela, certamente, tra i dubbi sollevati dai consiglieri c’è il valore stimato, troppo basso secondo loro: «Spero che la ‘controstima’ commissionata da Rignani e Elia sia compatibile con l’attuale mercato e non invece una cifra tirata fuori solo per contestare l’operato dell’amministrazione». Quello che non viene detto nel comunicato stampa dell’amministrazione, però, è per quale motivo la stima sia stata affidata a un privato, pagato 500 euro secondo i consiglieri Elia e Rignani, e non ai tecnici del Comune che sono già stipendiati.

Di sicuro c’è il fatto che fino a ieri, a 24 ore dalla chiusura appunto, in Comune non era arrivata ancora nessuna offerta. Se qualche plico è stato spedito, o se qualcuno aveva intenzione di portare la documentazione a mano, non lo sapremo mai.