Temono si tratti di una colossale vendita al ribasso l’asta, bandita dal Comune di Capurso, per un terreno destinato ad ospitare una struttura commerciale di media grandezza, qualcosa come 160mila euro in meno rispetto al reale valore col conseguente danno erariale, e per questo alcuni consiglieri di opposizione hanno voluto vederci chiaro presentando un esposto alla Procura di Bari, alla Corte dei Conti e all’Anticorruzione. La vicenda, a loro dire, presenta più di un aspetto oscuro.

Il terreno in questione, di circa 3500 metri quadri, si trova alle spalle della zona 167, in via Grazia Deledda all’angolo con via Manzoni, sul suolo dovrebbe sorgere un centro commerciale o qualcosa di simile. Tutta la fase burocratica per la messa in vendita ha richiesto appena un mese: Il 24 settembre è stata predisposta la stima del bene, il 1° ottobre c’è stata la delibera di giunta col passaggio in Consiglio Comunale il 14 e due giorni dopo, il 16 ottobre, è stato emanato il bando. Un po’ poco, secondo qualcuno.

Lo stesso discorso vale per i termini previsti per presentare le offerte, scadenza le ore 18 di giovedì 19 novembre. Praticamente, in 30 giorni un imprenditore dovrebbe venire a conoscenza del bando, valutare l’idea, redigere il business plan, preparare il progetto, stilare la documentazione e inviare il tutto. Si può fare? Certo, così come si può trovare parcheggio in pieno centro all’ora di punta, tutto si può fare in teoria, ma in pratica è un’altra cosa.

Gli aspetti particolari della vicenda non finiscono qui. Dicevamo infatti della svendita. Per la stima del suolo, il Comune ha incaricato un professionista privato, pagandone la relativa parcella, perché non si sia rivolto all’Agenzia del Demanio o, meglio ancora, ai propri tecnici senza quindi spendere un euro, non è dato saperlo. Il problema è che la stima del professionista, 261.500 euro, oltre a essere basata su criteri discutibili secondo i consiglieri di opposizione, non ha tenuto conto del fatto che in quell’area dovrebbe essere realizzata la variante della SP240, una bretella di 3 chilometri che agevolerà l’accesso alla zona, a tutto vantaggio della struttura commerciale. Da una perizia che i consiglieri Mario Elia e Rosa Rignani hanno fatto realizzare, il valore del suolo è risultato pari a 425mila euro, ben 163mila in più.

Per questi, e per altri motivi, i consiglieri Gianni Puggione e Francesco Guerra hanno chiesto invano la revoca del bando e la revisione del prezzo, mentre i consiglieri Mario Elia e Rosa Rignani hanno segnalato la vicenda alle Autorità.

Riuscirà il Comune di Capurso a guadagnarci realmente dalla vendita del suolo? Alla gara avrà partecipato un numero cospicuo di imprenditori, condizione spesso necessaria per realizzare una vera gara pubblica? Si profilerà la svendita subodorata dai consiglieri di opposizione? Come andranno a finire le cose si saprà all’apertura delle buste.