In attesa del verdetto sul procedimento disciplinare avviato dalla Asl nei confronti di Francesco Papappicco e Francesca Mangiatordi, sono gli stessi medici a far emergere altri particolari. I procedimenti, secondo loro, fungerebbero più da bavaglio nei confronti delle loro denunce e, alla fine dei conti, non avrebbero il fine ultimo di ogni procedimento disciplinare. Di seguito il testo della lettera pubblicata anche sulla pagina Facebook #NOIcimettiamolafaccia.

 

Quest’oggi tratteremo un’altra parte del procedimento istruito dalla Direzione Generale nei confronti della Dottoressassa Mangiatordi. Occhio alle date!

Nel testo (in virgolettato i passaggi), il Direttore Generale dell’ASL Bari, Vito Montanaro, invita l’Ufficio Procedimenti Disciplinari a valutare quanto segnalato anche in riferimento alla possibile apertura di un provvedimento disciplinare nei confronti della dottoressa – in data 09 luglio 2015 – quindi ben 4 MESI dopo l’evento dinamitardo del 6 marzo scorso – sottolineando “in relazione a quanto accaduto in occasione di un evento eccezionale”.

– “Risulterebbe dalla nota sopracitata (del 09.07.2015) che la S.V. si sia resa responsabile di comportamenti non rispettosi degli obblighi del dirigente in quanto alcune sue affermazioni contenute nella lettera da Lei inviata in data 27.02.2015 (“Proposte di miglioramento e adeguamento del pronto Soccorso”) e nella lettera aperta al giornale online “ilquotidianoitaliano.it”, relative alla struttura in cui opera sono risultate, a parere della Commissione interna istituita dal Direttore Generale, NON CONGRUE”.

Dunque, sulla congruità delle proposte della Dottoressa Mangiatordi crediamo ci siano pochi margini di discussione differentemente da quanto si evince dalle risultanze documentali e dalle evidenze accumulatesi “sul campo” nel tempo e innumerevoli volte riscontrate non soltanto da personale addetto ai lavori, ma da pazienti, giornalisti, cittadini e Associazioni di Cittadini; dal sindaco di Altamura Giacinto Forte, dallo stesso Dottor Dibello in qualche rara eclatante intervista proprio al Quotidiano Italiano Bari (”tutte le ambulanze sono da rottamare” asserì), testate giornalistiche, da personalità politiche, Consiglieri Regionali (gran parte delle evidenze sono più che note).

La D.ssa Mangiatordi – si legge nel procedimento – è stata invitata a presentarsi il 07.09.2015 per chiarire la propria posizione in merito alle contestazioni di merito. Rimarchiamo ancora una volta come l’avvio del procedimento (dopo ben 5 mesi dagli episodi contestati), le modalità di audizione e controdeduzione (addirittura rinviate al 7 settembre), appaiono quantomeno anomale (non tempestive, discutibilmente analitiche e immutabili, come contemplato nelle normative vigenti).

All’UPD il Dottor Dibello produce una lettera del 06.03.2015 da cui emergerebbero differenti valutazioni rispetto alle proposte fatte dalla Mangiatordi. Fa specie che proprio nelle ore successive il tragico attentato dinamitardo, il Direttore del Pronto soccorso del Perinei nonché Direttore del SEST 118 ASL BA Dottor Dibello, si sia premurato di rispondere alla Mangiatordi, che presta servizio proprio nel Pronto soccorso da lui diretto. Sarà stata magari una coincidenza. In questo Belpaese, chissà perché si ha sempre più spesso l’impressione di trovarsi di fronte a situazioni in cui c’è sempre qualcuno che sembra ondìvago tra assunzioni di responsabilità e machiavellismi. Sul perché il Dottor Dibello invece abbia negato di consegnare l’ormai famosa lettera di dissenso dei sei medici di Pronto soccorso nelle mani della Mangiatordi durante l’incontro del 10 marzo in Direzione Sanitaria e ne abbia anzi fino a quel momento negato l’esistenza, non è dato sapere. Chi e per quale scopo lo abbia conservato fino a farlo spuntare come per magia nel procedimento di 5 mesi dopo, non è dato sapere. Chi avrebbe tratto giovamento se Papappicco fosse stato allontanato dal 118 di Gravina e la Mangiatordi ridotta al silenzio in Pronto soccorso, non è dato sapere ma forse si può immaginare.

Alla Commissione “per completezza di informazione” è stata allegata “relazione elaborata dal Dirigente medico presso la Chirurgia Generale dell’ospedale della Murgia, sull’evento traumatico del 06.03.2015 e un ulteriore commento su quanto accaduto in data 06.03.2015 sottoscritto da sette medici operanti presso lo stesso Pronto Soccorso”. Orbene, della testimonianza rilasciata dal chirurgo nel documento discuteremo nei prossimi giorni, posto che non ci risulta sia in organico al personale di Pronto soccorso e comunque rispetto ai fatti di quella notte del 6 marzo e a quello che ha dichiarato, merita una trattazione e sé. Ci ritorneremo; mentre della lettera scritta dai 6 medici di Pronto soccorso già ne abbiamo già trattato.

Appena ricevuto l’incarico, la Commissione, analizzati i documenti forniti e condivisi gli obiettivi da perseguire, ha deciso di recarsi in loco per una prima ispezione che è stata effettuata in data 01.04.2015 (quindi circa UN MESE dopo l’evento dinamitardo e le “Proposte di miglioramento e adeguamento” della Mangiatordi). Anche qui a che pro effettuare la prima ispezione ad oltre un mese di distanza da una semplice proposta-segnalazione da parte della Mangiatordi (già pubblicata)?

Senza alcun preavviso i Dottori M. e D. sono giunti alle ore 10 ad Altamura ed hanno richiesto alla D.ssa S. e al Dott. M. della Direzione Sanitaria del Presidio di acquisire la documentazione aggiornata, sulle attrezzature e sul personale in dotazione, sull’impiantistica e sulle ambulanze […] Gli ispettori si sono recati in pronto soccorso e guidati dal Dott. P. hanno visitato tutti i locali del Pronto Soccorso, valutati i percorsi e visionati gli ambienti e le apparecchiature. A seguito di tale ispezione, la commissione, nella sua interezza, ha analizzato i documenti e deciso di effettuare una seconda visita ispettiva che è avvenuta in data 4 giugno 2015”. Anche qui non si comprende il motivo di una seconda verifica a distanza di 3 mesi dalla richiesta di migliorie da parte della Mangiatordi. Si evincono però ritardi notevoli di riscontri rispetto al 27.02.2014 cui risale la proposta della dottoressa. Si evince incontrovertibilmente che i mesi trascorsi da quel momento sono verosimilmente serviti all’Azienda – come dimostreremo – per apportare variazioni e modifiche menzionate e suggerite dalla stessa. Chiunque può facilmente comprendere che se verifiche e contestazioni dovevano essere appuntate nei confronti di quest’ultima, lo si sarebbe dovuto fare nelle immediatezze degli eventi in questione e non certo a distanza di mesi. Per cui in pratica, prima l’Azienda apporta certe modifiche e adeguamenti, poi dopo 5 mesi decide di ringraziare il medico che le aveva segnalate in tempi non sospetti, con un procedimento disciplinare. Ma proseguiamo il nostro escursus nel folle viaggio attraverso i meandri di questo castello accusatorio a dir poco kafkiano.

Dalle conclusioni delle visite ispettive effettuate e su citate vengono elencati diversi punti. Situazione strutturale: “è rimasta invariata rispetto al 17.04.2014” ergo nulla sarebbe cambiato dall’apertura dell’ospedale. E pensare che ancora oggi si consumano fiumi di inchiostro, si fanno petizioni, si continuano a documentare sui media, le carenze di un ospedale così importante per la popolazione murgiana, che stenta ancora a decollare.

Attrezzature: “è stato fornito in data 08.04.2015 un elenco analitico delle attrezzature che però non ha permesso alla commissione di verificare la corrispondenza con l’elenco agli atti del Dipartimento di Prevenzione su cui si basò l’autorizzazione dell’aprile 2014“. Questo si commenta da sé.

– Personale: “per quel che riguarda gli autisti d’ambulanza, sono in servizio 11 unità rispetto alle 14 previste in dotazione”. Altra candida affermazione di incongruenza rispetto a quello che sarebbe dovuto essere.

– Impiantistica: “anzi è stata introdotta una ulteriore miglioria raddoppiando gli attacchi del gas medicali nella sala rossa per facilitare l’operatività del personale d’assistenza, anche e soprattutto in caso di più urgenze trattate contemporaneamente”. Tutto questo accadeva ancora una volta dopo le denunce della Mangiatordi ma guarda caso prima delle ispezioni di aprile e giugno da parte della Commissione. Oh perbacco!

– Ambulanze in dotazione: “risultano essere tre ed essere state tutte revisionate con esito regolare; due delle tre ambulanze sono state ispezionate dalla commissione nella visita del 4 giugno con esito favorevole; si tratta di mezzi datati e con percorrenza chilometrica elevata, ma che, come confermato nella nota protocollo n. 3096 DM dell’8 giugno 2015, inviata dalla direzione medica di presidio, sono sottoposti ad una attenta manutenzione periodica, oltre che alle revisioni previste dalle leggi, e pertanto sono efficienti ed utilizzabili nel trasporto secondario, a cui sono esclusivamente destinate. La Commissione ha altresì acquisito notizia del fatto che sono in via di conclusione, a seguito di gara, le procedure per l’acquisizione e l’assegnazione all’ospedale della Murgia in tempi brevi, di n. 2 nuove ambulanze, con l’obiettivo di pervenire in tempi brevi, alla completa sostituzione del parco ambulanze”. Qui mi sembra si sia davvero in pieno elogio del non-senso, per usare un eufemismo: le parole sono in piena antitesi con i concetti di merito. Si afferma tutto ed il suo contrario. Si vorrebbe dimostrare che ambulanze datate e con percorrenza chilometrica elevata per il solo fatto di aver “superato” le revisioni, siano in grado di fare Emergenza Sanitaria Ospedaliera. Sì, perché quelle ambulanze trasportano spesso pazienti critici accompagnati da rianimatori, cardiologi, chirurghi; trasportano neonati critici e subcritici. Non come si vorrebbe far credere: trasporti soft (“secondari”). Sono a tutti gli effetti ambulanze di Soccorso Sanitario Ospedaliero identiche a quelle del 118 che sono invece definite di Soccorso Sanitario Territoriale. Sono Unità Mobili di Rianimazione.

Sull’attenta manutenzione periodica poi siamo perfettamente d’accordo, difatti trascorrono quasi più tempo dal meccanico che in ospedale. Sono anche talmente “efficienti” che il Dottor Dibello ha pensato di definire l’intero parco ambulanze di che trattasi “da rottamare” e ne ha certificato in un documento ufficiale tale condizione. Infine sono talmente “utilizzabili” che “in tempi brevissimi” (da allora, si intende!) sarebbero state sostituite da mezzi nuovi. Qualcuno ci dovrà anche spiegare se per i nostri Commissari, passare la revisione di un’ambulanza è garanzia di piena efficienza e verifica del vano sanitario, dei presidi di soccorso, delle apparecchiature elettromedicali, dei circuiti elettrici ed elettronici, degli impianti di ossigeno, di aspirazione, ventilazione, riscaldamento, condizionamento.

Modalità di Erogazione dell’Assistenza: “sono state fornite analitiche risposte mediante la relazione del Dott. Dibello (prot. 1933/DM del 08.04.2015) di cui si allega copia. La Commissione ritiene che le risposte fornite siano esaurienti […] che descrivono una situazione assistenziale più che soddisfacente”. Ora scusate tanto, ma chiedere al Dottor Dibello se la qualità assistenziale del Pronto Soccorso che dirige sia più che soddisfacente o meno, mi sembra come chiedere a Giovanni Rana se son migliori i suoi tortellini o quelli di mia nonna. Sarebbe più logico chiederlo ai pazienti, magari con un breve questionario da riconsegnare alla dimissione. Chissà se confermerebbero le stesse conclusioni del Dr. Dibello.