Il giorno dopo la fuga del bambino di quattro anni dalla sezione C della scuola Principessa Jolanda di Bari, la maestra “distratta” porta tutti al parco di divertimento di Cellino San Marco, in provincia di Brindisi. In realtà in gita ogni bambino è accompagnato da uno dei due genitori o da una persona di fiducia. «La maestra non volea neppure andarci – spiega la dirigente scolastica, Rosa Savino – D’altro canto, però, non possiamo mica sospenderla all’improvviso. Ho aspettato che rientrassero e i bambini erano felicissimi».

La dirigente ha comunicato alla maestra e alla bidella che intende sospenderle per dieci gioni senza stipendio. «L’omessa vigilanza – continua la preside – è una cosa seria». Adesso l’insegnante e la collaboratrice scolastica avranno dieci giorni per presentare la proprie ragioni. I sindacati si sono già fatti avanti per salvaguardare le posizioni delle due. Solo trascorso questo periodo potrà essere chiusa l’istruttoria e si conoscerà l’eventuale provvedimento inflitto.

Intanto Giuseppe De Benedictis, il padre del piccolo, ai nostri microfoni ha raccontato quell’incubo durato un’ora e la volontà di farla pagare a chi ha consentito che il suo Noel potesse uscire dall’edificio e percorrere alcune centinaia di metri da solo per strada. Scavando scavando, però, si scopre che i genitori dei bambini della sezione C protestano dall’inizio dell’anno scolastico per la mancanza di personale. Per la serie: prima o poi doveva succedere.

«In effetti è stato un anno disgraziato per quella sezione – ammette la Savino – la prima delle due maestre è andata in pensione a marzo, l’altra ha avuto gravi problemi di salute ed è stata spostata in ufficio comunale». La mestra accusata di non aver vigilato adeguatamente sulla classe di 24 bambini dal primo giugno è sola. Non sono pià previste supplenze. Lei stessa, del resto, è nella sezione C della Principessa Jolanda solo da un paio di mesi. «Nel caso dovesse essere sospesa – rassicura il capo d’istituto – provvederemo a rimpiazzare l’insegnante con una supplente».

Non va certamente meglio sul fronte delle collaboratrici scolastiche, una delle quali – appartenenti a una cooperativa di servizi – lavora dall’apertura al mattino fino alle 12. La dirigente smentisce le voci secondo le quali da quell’ora in poi resterebbe una sola bidella a sorvegliare il secondo e terzo piano del plesso scolastico. «Ci sono due collaboratrici scolastiche – conclude Rosa Savino – una per ognuno dei piani». In ogni caso a noi sembrano comunque insufficienti. Avendo a che fare con bambini di quell’età, la vigilanza deve essere totale. Crediamo non si debba puntare il dito solo sulla maestra e sulla bidella, che pure hano la maggior parte delle colpe. Altro che “Buona scuola”. C’è ancora bisogno del minimo indispensabile affinché si possa parlare di scuole accettabili.