Ha celebrato la Santa Messa fino a 96 anni in una struttura per anziani di Adelfia, il paese in provincia di Bari dove nacque il 6 luglio del 1918. Durante le celebrazioni non mancava di ricordare quanto fosse felice di essere vecchio tra i vecchi. Don Luigi, originario di una famiglia nobiliare, era stato ordinato sacerdote il 12 aprile del 1941. Acculturato e umile allo stesso tempo, il sacerdote è sempre stata una figura molto considerata nella diocesi di Bari e Bitonto.

È stato Canonico del Capitolo Metropolitano Primaziale di Bari, Vicario Giudiziale Emerito del Tribunale Ecclesiastico Pugliese (di cui è stato anche Presidente), Giudice del Tribunale Diocesano di prima istanza, Protonotario Apostolico. Don Luigi Stangarone amava studiare, aveva tre lauree: in Lettere presso l’Università di Firenze nel 1943 (in piena seconda guerra mondiale), in Teologia presso l’Università di Napoli nel 1945 e in Giurisprudenza (utroque jure) a Roma nel 1964.

Nel corso della sua vita il sacerdote è stato segretario personale del cardinale Mimmi, con il quale ha girato il mondo, andando persino ad Honk Hong e al Polo Nord. La sua è una storia affascinante. Non solo un illustre rappresentate del clero, ma anche un uno storico particolarmente apprezzato. Ha trascritto per primo le celebri pergamene dei Nicolai sulla storia di Canneto, Montrone e Loseto. Ha inoltre tradotto e trascritto praticamente quasi tutte le lapidi di Adelfia.

Durante la seconda guerra mondiale suo fratello fu dato per disperso in Russia, ma pare sia stato ritrovato grazie all’interessamento diretto di Pio XII, dal quale fu ricevuto in udienza privata propio per questo motivo. Un suo antenato sarebbe stato il primo laureato del quartiere Montrone di Adelfia. Si laureò in medicina a Napoli nel 1600. Negli anni ha accumulato migliaia e migliaia di libri, mettendo insieme una biblioteca considerevole. Alla Biblioteca comunale di Adelfia ha donato tutti i manoscriti di Antonio Cafaro, celeberrimo avvocato erariale, morto in odore di santità. Per il progressista don Luigi Stangarone, Cafaro è stata la personalità più illustre di Adelfia.

Secondo quanto si racconta non sarebbe diventato vescovo solo a causa della sua altezza e del suo caratteristico timbro di voce. Chi ha avuto la fortuna di avere una sua parola di conforto durante il sacramento della Confessione, ricorderà certamente la sua celebre frase: “…E che ti devo dire…”. In realtà sapeva benissimo la parola più opportuna da pronunciare, ma tentava sempre di non prevaricare, facendo spallucce e regalandoti un sorriso.

I funerali di don Luigi Stangarone saranno celebrati mercoledì primo luglio alle ore 16.30 nella parrocchia San Nicola di Adelfia.