Trentamila euro l’anno. Tanto costerebbe alle casse della Croce Rossa regionale della Puglia, e quindi ai cittadini italiani, il mantenimento del direttore romano Giovanni Rocchi, assegnato al comitato regionale da circa un anno. Spostamenti, ristoranti e la permanenza in un albergo barese. Perché, in un periodo di vacche magre e colossali svendite degli immobili dell’ente, vengono concessi privilegi di dubbia legittimità? Magari perché, soprattutto dopo lo scandalo dell’autoparco e l’allegra gestione dell’ex commissario e vice commissario, Rocca ha bisogno di un uomo di fiducia.

Secondo quanto siamo riusciti a sapere, Rocchi avrebbe avuto il mandato di far saltare qualche testa, quelle degli infedeli al suo credo, che ci hanno consentito di mettere il naso in un sistema di privilegi e inaudita superficialità. Gli informatori, però, come si può evincere dalla sibillina missiva del presidente nazionale al suo sottoposto, arrivano da Roma. Secondo quanto racconta la gola profonda dalla Capitale, nelle scorse settimane Rocca avrebbe minacciato il trasferimento in Sicilia del direttore pugliese nel caso non fossero arrivati interventi repentini.

La circostanza che fa più riflettere è la provenienza di una parte dei circa 30mila euro che servono per assicurare i benefit del direttore regionale Rocchi. I soldi sarebbero presi – speriamo almeno con una variazione di bilancio approvata dal comitato centrale – dai fondi per le missioni e trasferte dei dipendenti civili. Sì, perché la cosa strana è che per avere l’autorizzazione a una variazione che consenta a tutti i dipendenti pugliesi di frequentare i corsi di formazione ci vogliono settimane, persino mesi.

Proprio sui corsi si consuma un’altra anomalia. Non si capisce perché in Puglia la legge non sia uguale per tutti e non si capisce inoltre come finora l’aggiornamento sia stato consentito solo ad alcuni dipendenti, molti dei quali sono proprio quelli che – a detta dello stesso Rocca in occasione dello scandalo sull’assenteismo in cui furono coinvolti alcuni anni fa – sarebbero dovuti essere trasferiti in altra sede.

Al contrario, sono rientrati tutti nei ranghi, come se niente fosse o addirittura premiati con ore di straordinario e incarichi di responsabilità. Siamo in un Paese malato e il virus non ha risparmiato neppure la Croce Rossa. C’è un’altra questione particolarmente interessante. Rocchi è un facente funzione, senza la qualifica da dirigente. E anche fosse un dirigente gli si potrebbero rimborsare le spese per un breve periodo di insediamento in una sede assegnata definitivamente, non certamente un simile mantenimento, che grava sulle tasche degli italiani e va avanti ormai da più di un anno.