Per circa 10 giorni via Capaldi è stata location improvvisata di una splendida mostra a cielo aperto. Una curiosa installazione di arte moderna del famoso artista Amiu-sfalzin che ad ogni ora del giorno e della notte ha richiamato a sé l’attenzione di quasi tutti passanti.

Cartoni, buste, pezzi di legno, un materasso e perfino un lungo tappeto rosso in moquette per le quotidiane passerelle dell’artista. Che si recava sul posto, sistemava i quattro bidoni lì vicino, ammirava il proprio capolavoro senza alterare nulla dell’assortita composizione e andava via.

L’esposizione è rimasta lì, quasi ad angolo con via Re David, il tempo necessario per essere apprezzata a dovere. Poi, come tutte le grandi opere, è stata evidentemente spostata altrove per riempire occhi e marciapiedi di altri fortunati ammiratori.

È stato portato via tutto. Quasi tutto, a dire la verità. Perché nel trasloco l’artista ha dimenticato uno dei pezzi più pregiati della propria collezione: quattro o cinque lastroni di vetro pronti a infrangersi bellamente sulla testa del primo bambino più sbadato intento a giocare con i compagni. Vetro spesso tre dita, non quello soffiato di Murano. Gli artisti di lì sono vecchia maniera, non all’avanguardia come il nostro.

Cara Amiu, al closing party non siamo stati invitati. Il pensiero di lasciarci un piccolo ricordo è stato carino. Il ricordo in sé, però, molto meno. Noi lo lasciamo lì. Quando vuoi, speriamo presto, puoi venirlo a riprendere.