Se fosse tutto confermato e comprovato, la vicenda denunciata dall’USPPI Unione Sindacato Professionisti Pubblico Impiego sarebbe gravissima. Filippo Zini è un (ex) dipendente della società Emervol, che gestisce la postazione 118 di Grumo Appula in convenzione con la Asl. Dopo mesi di attesa, Filippo si è rivolto all’Usppi per avere dalla Emervol il pagamento di stipendi arretrati. Poco tempo dopo, per una strana coincidenza del destino, ha ricevuto una lettera anonima di minacce. Alla lettera, sono poi seguiti i fatti. Filippo Zini è stato aggredito fisicamente, con tanto di fratture, come denuciato dall’Usppi.

Smaltita suo malgrado la prognosi, Filippo Zini si ripresento alla Emervol per avere i turni di servizio, ma gli viene risposto verbalmente di essere in ferie a recupero ore. Per ottenere una constatazione scritta, Zini ha dovuto chiamare i Carabinieri: «Senza una attestazione sarei potuto risultare assente dal lavoro ed essere licenziato». Nel frattempo parte degli arretrati gli vengono riconosciuti, anche se mancano ancora la quottordicesima dello scorso anno più gennaio e febbraio 2014, ci ha detto Zini.  Essere indietro con gli stipendi, sottolineano all’Usppi, è condizione sufficiente per la revoca della convenzione da parte della Asl. Tutto risolto dunque? Non proprio, il soccorritore è stato accusato di aver dichiarato il falso circa l’aggressione e presentato certificati medici fasulli. Così è stato licenziato.

«Zini ha presentato il certificato del pronto soccorso, il certificato dell’Inail che lo ha visitato e il certificato del suo medico di base, ma per la Emervol sono tutti falsi – ci ha detto Nicola Brescia dell’Usppi – non so come sia possibile sostenere una tesi del genere. Fatto sta che, essendo venuto meno il rapporto fiduciario, il dipendente è stato lasciato a casa. Di tutto questo abbiamo informato i dirigenti della Asl a partire dal dottor Colasanto, il coordinatore del 118 per la provincia di Bari Marco De Giosa (sotto processo per l’affidamento della postazione 118 di Ruvo di Puglia) e l’ispettorato del lavoro, che ci ha già convocati per la prossima settimana. Abbiamo anche presentato un esposto alla magistratura. A questo punto chiediamo l’interruzione della convenzione tra Emervol e Asl, oltre al reintegro di Zini alle dipendenze della Emervol».

Abbiamo dato all’associazione di volontariato la possibilità di pronunciarsi sull’intera vicenda, ma la presidente Nicla Daiello non ne ha voluto saperne: «Sulla vicenda non mi esprimo perché c’è una procedura in atto, non confermo l’aggressione perché non ero presente».

Interpellato al riguardo, il direttore generale dell’Asl Bari Domenico Colasanto ha chiarito la posizione dell’Azienda Sanitaria: «Ho dato mandato al coordinatore del 118 barese, dottor De Giosa, di verificare gli effettivi mancati pagamenti da parte della Emervol. Qualora dovesse risultare vero, quello che possiamo fare come Asl è provvedere alla revoca della convenzione». Sulla questione presunti certificati falsi e soprattutto dell’interruzione del rapporto di lavoro, il dottor Colasanto non si è espresso: «Il licenziamento rientra nell’ambito del rapporto datore-dipendente».

Il paradosso di questa vicenda, e più in generale dell’assurda gestione del 118, è che il dottor De Giosa, dimissionario coordinatore sotto la cui attività abbiamo più volte denunciato lacune, mancanza di controlli sul rispetto dei requisiti per la stipula delle convenzioni, presidenti di associazioni arrestati per rapina a mano armata ed ora vicende come qualla di Filippo Zini, è ancora al suo posto. E nessuno si è domandato se questa soluzione sia la migliore possibile.