La sanità pugliese – certamente quella barese – sembra ormai allo sbando. L’ultima decisione apparentemente incomprensibile – dopo quella di far salire a bordo delle ambulanze infermieri senza il corso blsd – è stata presa nei giorni scorsi ai danni dei medici del servizio 118 delle postazioni di Gravina e Altamura, nominati praticamente “supplenti” dei colleghi del pronto soccorso dei due ospedali cittadini. Come se la situazione del servizio d’emergenza non fosse già particolarmente complicata.

In altre parole, senza specificare di quale tipologia, in assenza dei camici bianchi del pronto soccorso, i medici del 118 devono provvedere al trasporto dei pazienti. Non stiamo parlando esclusivamente di situazioni di particolare gravità, ma ogni qual volta ci sarà un turno scoperto al pronto soccorso. Così facendo, però, si corre il rischio di scoprire le postazioni del 118.

La decisione è stata presa, manco a dirlo, senza tenere in considerazione il parere dei diretti interessati che, naturalmente, non percepiranno un euro in più in busta paga. Ma questo è l’ultimo dei problemi. I sanitari del 118 sulla questione si erano già detti contrari qualche settimana fa, quando fu avanzata per la prima volta la richiesta al coordinatore del 118 barese, Marco De Giosa. E allora ecco l’ordine di servizio perentorio (che pubblichiamo) affisso nel pronto soccorso del nosocomio di Gravina. Quali saranno le ricadute per i cittadini? Potrà succedere, per esempio – in parte già accade soprattutto nell’area di Bari – che su un incidente con codice rosso (quelli gravi per cui è previsto l’intervento di un medico), vengano mandate ambulanze India (con il solo infermiere) o addirittura Victor (solo autista e soccorritore volontario). Ad eccezione dei medici, infatti, nessun altro è nella possibilità di effettuare una terapia farmacologica. La questione è molto più grave di quanto si possa immaginare. Non si può stabilire con certezza per quanto tempo il territorio possa rimanere scoperto del medico di 118.

Può capitare che un paziente con sospetta irritazione appendicolare (non una peritonite) o colto da improvviso mal di pancia, per il quale si ritiene opportuno effettuare un’ecografia presso l’ospedale altamurano, venga accompagnato dal dottore in servizio al 118.  A quel punto sarebbe l’intero team di rianimazione avanzata a dover lasciare tutto, prendere il paziente e trasferirlo con l’ambulanza del 118 da un pronto soccorso all’altro.  In questo caso il territorio resterebbe senza presidio. I tempi dell’assenza, poi,  non sono assolutamente certi. Non si può mica stabilire in anticipo per quanto tempo il medico potrà essere impegnato prima di ritornare a presidiare la postazione, attività per cui è contrattualizzato.

E se mentre l’ambulanza è ad Altamura, succede un grave incidente stradale o un arresto cardiaco a Gravina? Chi lo soccorrerà? Di sicuro non il medico impegnato con il paziente che lamenta mal di pancia. Sul codice rosso chi manderanno dalla centrale operativa? Tutto questo è stato stabilito senza che proprio la centrale operativa – almeno sulla carta – ne sia stata informata. Possibile che non si possa chiamare qualcuno dei tanti medici precari? Aspettiamo che qualcuno dei dirigenti che firma il contestatissimo documento ci dia delle risposte.

Nel frattempo registriamo l’ennesima decisione presa sulla pelle dei medici, ma soprattutto su quella degli utenti che, siamo certi, non tarderà di scatenare reazioni da parte dei sindacati e degli operatori sanitari.