Infatti, un consumatore avendo sfiorato lo schermo in un punto imprecisato, nello stesso attimo è entrato in internet senza comprendere cosa fosse accaduto. La prima e unica a rendersene conto e a fiondare sulla preda è la società di telefonia mobile la quale conferma l’attivazione del servizio preavvertendo che lo si può annullare chiamando un numero fisso. Come si può intuire la parte del falco la svolge la società di telefonia mobile.
Ma nonostante l’opzione, il consumatore non si fida a chiamare il numero fisso in quanto: a) se chiama, da ragione alla società, ovvero che il servizio è stato richiesto; b) il consumatore, non potendo rispondere all’sms del gestore telefonico, decide di valutare se presentare un esposto, una denuncia, un reclamo o una conciliazione. Anche perché, da una ricerca effettuata su internet, rileva che il numero telefonico è una incognita per i servizi forniti e quindi è meglio non avventurarsi per non incappare anche nello sciacallo.
Quale considerazione e soluzione avanzare per simili, incresciosi episodi.
Un dubbio sorge spontaneo e si riferisce all’intermediazione della società telefonica: comprendere perché, se il servizio è di “caio”, la società di telefonia notifica e preleva somme dalla ricarica. Lo fa per evitare che un intervento diretto della società “caio” si
scontrerebbe con la privacy? Questo un probabile motivo in quanto la società di telefonia mobile non può passare il numero dell’utente alla società “caio” altrimenti commetterebbe una violazione della privacy. Ancora: la società è impresentabile? Allora, cosa ci guadagna la compagnia telefonica per questo tipo di servizio?
Noi pensiamo che vicende come queste accadono perché non esiste un’etica.
Infatti, con un moderno touchscreen può partire una connessione ad internet in continuazione. Allora, perché non inviare una richiesta di conferma con un sms nel quale si dice “gentile cliente, lei ha attivato il servizio tal dei tali al costo di € XX,00 settimanali. Vuole confermare rispondendo sì a questo messaggio?”. Un po’ come accade per le telefonate provenienti dai call center i cui operatori chiedono di ripetere la risposta per registrare l’adesione. Non è corretto agire così?
Dal nostro punto di vista, questo significa comportarsi con etica professionale in quanto i gestori devono ricordare, anche se a loro è dimostrato legalmente il contrario, che i telefonini vengono utilizzati anche da minorenni.
Per concludere, possiamo dire che la tecnologia cerca di farci fare passi da gigante, ma le società, in qualsiasi settore o raggio d’azione, non possono vestirsi da falchi per il sol fatto che gli utenti, i consumatori non possono più fare a meno del telefono o di altri strumenti di comunicazione sempre più veloci.

Pino Salamon
Presidente Adoc Puglia