Intanto la Puglia, stretta tra i vincoli finanziari sulla spesa per il personale decisi dal piano di rientro e la tenaglia legislativa, come ha spiegato in Consiglio l’assessore, vive una situazione  «che rischia di inficiare tutti gli sforzi effettuati dal nostro sistema per modernizzarsi».

In merito alla questione dei 22 ospedali dismessi, l’assessore parla di «riconvertire» le strutture: «L’analisi della rete ospedaliera nel 2010 in Puglia ha evidenziato come l’elevata ospedalizzazione e l’eccessiva disponibilità di posti letto nelle strutture sia indice di inappropriatezza: tra i 20 DRG (raggruppamenti di diagnosi) per cui più frequentemente ci si ricovera in Puglia, 11 –  scrive Attolini nella sua relazione alla vigilia del confronto di oggi in Consiglio – sono considerati dal Ministero della Salute ad alto rischio di inappropriatezza se erogati in regime di ricovero».

Secondo le stime dell’Assessore il 24% dei ricoveri per acuti del 2010 poteva essere evitato: su 195mila pazienti, 139mila «avrebbero potuto usufruire di prestazioni ambulatoriali, senza il ricorso al posto letto». Il prossimo passo? Istituire Centri Polifunzionali Territoriali e ambulatori dei medici di base associati aperti 24 h, esattamente come prevede il recente decreto Balduzzi.

Sui risultati ottenuti in termini finanziari, Attolini parla di «contenimento della spesa farmaceutica e dell’acquisto di beni e servizi, facendo ricorso alla centralizzazione e ad una maggiore appropriatezza delle prescrizioni mediche, evitando così inutili sprechi». Resta, tuttavia, irrisolto il problema del debito della Asl nei confronti dei fornitori ospedalieri: i 731 milioni sono stati sbloccati dalla Regione ma non ancora pagati ai fornitori.

Questi i tempi caldi del confronto previsto oggi in aula: la Regione sceglie la linea difensiva, ma il quadro generale fornito da Attolini non è dei più rassicuranti.

24 settembre 2012

Erica Introna