Nel calcio moderno è possibile che un’intera squadra possa aver falsato il risultato di una gara di serie B?

Gli accertamenti degli inquirenti del capoluogo pugliese hanno messo in evidenza un tacito “favore” richiesto dall’ex difensore biancorosso William Pianu nel maggio 2008 durante il match tra Bari-Treviso. La squadra veneta era in gravi difficoltà di classifica e i calciatori del Bari in cambio di una ricompensa economica avrebbero favorito il risultato finale.

Stesso discorso per il match tra le gemellate Bari e Salernitana nel maggio dell’anno successivo: in questo caso l’ex Ganci avrebbe chiesto i tre punti per ottenere la salvezza nel campionato di B. Per quella partita la ricompensa sarebbe stata vicina ai 160 mila euro spartiti tra i componenti della rosa, senza coinvolgere il tecnico del tempo Antonio Conte.

Le partite sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati sono un episodio sporadico del calcio italiano? E come è possibile che dei calciatori professionisti, molti dei quali in prestito e con un futuro roseo nel calcio che conta, abbiano potuto discutere tranquillamente in palestra su come falsare una partita a discapito dei tifosi e della lealtà sportiva? E questo nuovo filone d’inchiesta può ulteriormente compromettere il presente e il futuro del calcio a Bari?

In ogni caso, nel momento in cui venissero accertati i reati, tutti i calciatori del Bari sarebbero coinvolti in guai seri come l’omessa denuncia e il reato di illecito diretto.

10 ottobre 2012

Daniele Leuzzi