Foto di Davide Abrescia

Promosso sul piano del carattere, rimandato su quello del risultato, bocciato – ma non è una novità – su quello del gioco. Il Bari torna da Pescara con un pareggio a reti bianche. I duemila e più tifosi biancorossi arrivati in Abruzzo per l’occasione tornano a casa con un principio di sana malavoglia calcistica di chi teme un futuro prossimo privo di ogni tipo d’ebrezza.

Davide Nicola sorprende supporter e addetti ai lavori con la formazione che non ti aspetti. In avanti il tecnico piemontese conferma Caputo e lascia fuori Ebagua. A centrocampo rilancia Romizi e tiene in panchina Donati. La nuova ricetta dell’ex allenatore del Livorno dà vita ad un piatto saporito. L’approccio del Bari al match dell’Adriatico è decisamente più mascolino rispetto a quello assai morbido della sfida di due settimane fa ad Avellino.

Sabelli rischia grosso stendendo due volte Bjarnason nel brevissimo giro di 120 secondi. La prima volta Fabbri di Ravenna gli mostra il cartellino giallo, la seconda gli risparmia il rosso. I padroni di casa giocano ad un ritmo tambureggiante ma Galano e compagni non stanno a guardare e nella seconda parte di frazione si piazzano stabilmente nella metà campo avversaria in cerca dell’episodio favorevole per sbloccare la partita.

Nicola non gradisce troppo il termine “palle”. Ebagua in settimana l’ha chiamata “cazzimma”. In qualsiasi modo si voglia chiamare quella caratteristica che porta un gruppo a gettare il cuore oltre l’ostacolo di evidenti limiti tecnici, il Bari in questa parte di gara dimostra di possederla. Gioca un calcio brutto, ma sotto l’aspetto caratteriale è impeccabile. I guanti di Fiorillo rimangono puliti, ma i galletti costringono il Pescara a fare ancora meno.

Il secondo tempo si apre con sinistro potente e angolato di Cristian Galano ma il pericolo più grosso, seppur potenziale, lo corre il Bari. Melchiorri salta Calderoni e cade in area di rigore dopo un contatto molto dubbio con Contini. L’arbitro guarda, non indica il dischetto e non ammonisce l’attaccante del Pescara. La sensazione forte è quella che sia andata bene all’irruente difensore di Nicola.

Il cronometro segna ancora il minuto numero 55, ma da qui al novantesimo non accade di fatto più nulla. La fredda cronaca racconta di un infortunio muscolare per Calderoni e di un Nicola che prova a mettere del sale nella minestra con De Luca ed Ebagua nel pentolone per Boateng e Caputo. Un tiro di Bjarnason che Guarna decide di mettere in angolo nonostante fosse destinato a finire sul fondo anche da solo e una parata plastica dello stesso portiere del Bari su tentativo velleitario di Caprari. I biancorossi tornano a casa con un buon punto, che tuttavia non cambierà le sorti di quello che rischia di diventare un anonimo finale di campionato.