La Corte dei Conti, nella fattispecie la Procura Regionale presso la Sezione Giurisdizionale per la Puglia, ha disposto l’archiviazione delle contestazioni mosse ad alcuni dirigenti medici degli ospedali di Molfetta e Monopoli, in merito a presunti danni erariali arrecati per le assenze dal servizio di cui parlarono la scorsa estate tutti i giornali per settimane. Lo scandalo, con le misure cautelari personali in conseguenza delle indagini aperte dalla Procura di Trani e da quella di Bari, portò all’apertura di procedimenti disciplinari da parte della Asl Bari, fino al licenziamento per alcuni di loro.

La Procura Regionale della Corte dei Conti, ha archiviato le contestazioni “per difetto di danno erariale”. Alcuni dei dirigenti medici coinvolti, infatti, assistiti dagli avvocati Michele Laforgia e Saverio Nitti, hanno eccepito l’infondatezza delle contestazioni, in assenza di un accertamento in ordine alla responsabilità penale e per l’incostituzionalità della norma. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 61 del 10 aprile 2020, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale delle disposizioni in oggetto, rilevando come il Parlamento non ha delegato il Governo a disciplinare “la materia della responsabilità amministrativa e, in particolare, la specifica fattispecie del danno all’immagine arrecato dalle indebite assenze dal servizio dei dipendenti pubblici”.

I medici, già nelle settimane immediatamente successive al clamore della vicenda, hanno provveduto alla restituzione dei maggiori importi percepiti a titolo di retribuzione, in taluni casi per poche ore, maggiorati del danno non patrimoniale. Nonostante l’impugnazione dei licenziamenti dinanzi al Giudice del Lavoro, la Procura regionale della Corte dei Conti aveva contestato l’ulteriore danno all’immagine commisurato, per tutti, a sei mensilità dell’ultimo stipendio in applicazione della così detta “riforma Madia”, prima ancora dell’accertamento della responsabilità in sede penale e indipendentemente dal numero e dalle ragioni delle assenze.