Il meeting, finalizzato alla scambio delle carte e delle informazioni in merito alle competenze territoriali, sarebbe durato circa tre ore, se si considera che al termine dell’incontro fra i due procuratori e i magistrati titolari dell’inchiesta che vedrebbe come vittima Silvio Berlusconi, il vertice si è prolungato vedendo anche la partecipazione dei rappresentanti dei Ros dei Carabinieri e del pm Simona Marazza.

In merito all’inchiesta su Lavitola, questa mattina sono state consegnate al gip Sergio Di Paola le carte della pubblica accusa. Ora si dovrà attendere il pronunciamento del giudice per le indagini preliminari che però dovrà decidere entro il 16 ottobre prossimo, pena il decadimento del mandato di cattura per estorsione emesso dalla procura di Napoli oltre che dal Tribunale del Riesame che ha tuttavia riqualificato l’accusa cambiandola in “induzione a mentire”.

A ogni modo, il procuratore aggiunto di Bari Pasquale Drago non avrebbe avanzato richieste di arresto per Lavitola, perché non ci sarebbe il rischio della reiterazione del reato. Intanto Giampaolo Tarantini si è presentato oggi al Tribunale di Bari: deposizione spontanea o folgorazione sulla via di Damasco?

Niente di tutto ciò perché si è trattato dell’udienza preliminare di un processo per affidamenti di forniture agli ospedali pugliesi di protesi commercializzate proprio dalle aziende dell’imprenditore pugliese che, ai giornalisti che lo aspettavano all’uscita del tribunale, non ha avuto altro da dichiarare se non un laconico «no comment». Curiosità: quest’ultimo processo, risvegliato dal clamore per il caso escort dopo anni d’ibernazione, rischia di finire in una bolla di sapone perché i fatti per i quali è imputato Tarantini sono relativi al periodo compreso fra il 2001 ed il 2004 e pertanto entro due anni cadranno in prescrizione.

 

Angelo Fischetti