Un potente antidolorifico della famiglia degli oppioidi, il contramal 50 mg/1 ml, consegnato da una dottoressa a uno sconosciuto sprovvisto del piano terapeutico o di qualsiasi altra autorizzazione. Succede presso una delle farmacie territoriali che fanno capo alla Asl di Bari.

Si tratta della stessa dottoressa che giovedì e venerdì scorsi ha arbitrariamente interrotto il pubblico servizio. Attenzione, non un servizio qualunque, ma la regolare erogazione di farmaci antitumorali e salvavita. Il motivo? Semplicemente perché il dirigente medico aveva stabilito che il suo computer non funzionasse, decidendo così di portarlo in riparazione, prima nella sede della Asl, poi ad un privato il giorno dopo, durante l’orario di lavoro.

Un computer importantissimo, al cui interno sono contenuti migliaia e migliaia di dati sensibili come patologie e piani terapeutici di pazienti anche in fin di vita. Il computer, abbiamo accertato con i colleghi del medico presenti nei giorni incriminati, in realtà funzionava. Proprio così. Quando il pc è sparito durante l’orario di erogazione dei farmaci, infatti, la collega della dottoressa era alle prese con la distribuzione di un medicinale e aveva la schermata di Edotto aperta. Rientrando alla scrivania dopo aver reperito in un’altra stanza la confezione del farmaco da distribuire al paziente, non ha più trovato il computer.

Lo stato di agitazione le ha causato un malore, che l’ha costretta a farsi medicare al pronto soccorso. Adesso è a casa in malattia. La storia ha dell’incredibile, soprattutto se si pensa che è nota a molti, anche ai diretti superiori del medico continuamente capace di gesti così inspiegabili. Che sia una cosa grave lo testimonia nell’incredibile video che abbiamo girato, anche il cosiddetto medico competente, quello che ha dato l’idoneità lavorativa alla farmacista.

In realtà, ci sarebbe una relazione di alcuni specialisti, dipendenti della Asl di Bari, che giudicano la donna non idonea. A questa, però, si contrappone un altro parere, sempre di uno specialista alle dipendenze della Asl, non sappiamo su quali basi convinto del contrario. Relazione, quest’ultima, che ha indotto il medico competente a far rientrare in servizio la dottoressa, spesso assente dal lavoro per più mesi di fila.

Sta di fatto che la dottoressa ha portato il computer a qualcuno della Asl, nell’ex Cto, poi addirittura a un privato;  che in maniera altrettanto incauta ci ha consegnato un farmaco senza piano terapeutico, ma con la inesistente raccomandazione di alcuni politici. In questa storia siamo certi ci siano delle importanti responsabilità, che andrebbero fatte emergere per il bene di tutti: della dottoressa, dei pazienti, ma anche degli altri dipendenti della farmacia territoriale in questione.

Per avere spiegazioni – senza essere riusciti ad ottenerle – siamo andati all’Area Farmaceutica della Asl. Alla fine del nostro peregrinare in cerca di spiegazioni, avendo incontrato tutti i protagonisti di questa storia, siamo finiti nell’ufficio dell’avvocato Luigi Fuscio, responsabile della Privacy della Asl di Bari. L’avvocato ha promesso un approfondimento. Siamo certi riuscirà a verificare quanto denunciato, con la speranza vengano presi i necessari provvedimenti nei confronti di chiunque sia ritenuto responsabile.