Quando un festival è capace di generarne altri diviene prezioso per un territorio. La fortunata città in questione è Ruvo di Puglia che, a breve, darà i natali ad una tre giorni, figlia del già noto Talos Festival. Il suo nome è Sonoro Sud, il merito di averlo ideato va a Livio Minafra. È lui il direttore artistico della prima edizione del neonato festival, il cui sottotitolo recita così: musiche, storie e periferie. Sono le tre parole chiave degli eventi che dall’8 al 10 marzo saranno in programma all’Auditorium Santa Famiglia di Ruvo di Puglia.

Sonoro Sud è il Sud, chiassoso, pettegolo, fatto di storie, intimo ed esagerato. Sonoro Sud è giallo-arancio come l’oro. In quanto figlio del Talos Festival, mantiene elementi delle proprie origini ma ne aggiunge di propri. Un festival fatto di musiche, al plurale, storie, di persone che portano il proprio immaginario compositivo.  Sonoro Sud è periferia come tutte le musiche non commerciali, non inquadrabili, vivide, plastiche ma non di plastica.

Tre giorni per cinque appuntamenti di cui tre concerti e due presentazioni di libri. Ad inaugurare il variegato programma del festival sarà, l’8 marzo alle 20, “Pulsar” con Giuseppe Berlen e Maurizio Lampugnani (percussioni). Le percussioni sono un mondo infinito di possibilità, dai tamburi agli oggetti, dalla marimba ai gong. I bazar di Berlen e Lampugnani saranno esaltati dall’improvvisazione che lega i due artisti dai background aperti: jazz, pop, world, classica. “Pulsar” è la pazzia percussiva, l’attimo, il ritmo ma anche il suono.

Si proseguirà il 9 marzo, alle 19, con la presentazione di “Enzo Lorusso Book”, l’E-Book per la Timoteo Edizioni che raccoglie i migliori assolo al sax di Enzo Lorusso tra il 1958 e il 1965. Un libro per jazzisti dedicato ad uno dei sax alti jazz più interessanti d’Italia nel dopoguerra. La serata sarà accompagnata da Nico Marziliano, al pianoforte, e Vincenzo Di Gioia, relatore della presentazione, al sax. A seguire, alle ore 20, Vito di Modugno (organo hammond) e Nico Marziliano (pianoforte) saranno protagonisti di “Electro-acoustic”. Pianoforte e organo, pur essendo a tastiera, non si incontrano quasi mai. Sia perché hanno ruoli simili di accompagnamento negli ensemble e sia perché i volumi tra Hammond e pianoforte sono imparagonabili. Marziliano e Di Modugno, si confronteranno tra improvvisazioni, standard ed inseguimenti tra due strumenti “doppione”.

L’ultima serata di “Sonoro Sud”, il 10 marzo, vede in programma, alle 19, la celebrazione dei 25 anni del progetto musicale D’Ali d’Oro che fu registrato nel 1998 nel Castel del Monte. Interverranno Michel Godard musicista, Pino Minafra musicista e Grazia Di Bari delegata cultura Regione Puglia. Modera Livio Minafra. Il progetto nacque nel 1998 e vide la luce su compact disc nelle notti del 15, 16 e 17 settembre, proprio nel Castel del Monte, che fu fittato per l’occasione. Una produzione Südwestrudnfunk (Achim Hebgen), Enja Records e Talos. Furono coinvolti musicisti come il contrabbassista Renaud Garcia-Fons, il percussionista Pierre Favre, le voci Linda Bsiri e Lucilla Galeazzi, il sassofonista Gianluigi Trovesi, il fisarmonicista Jean-Louis Matinier e gli stessi Michel Godard alla tuba e serpentone e Pino Minafra alla tromba e flicorno. Proprio Pino Minafra scrisse all’epoca: <<Erano anni che pensavo di dare un suono ad uno dei più misteriosi luoghi della mia terra: “Castel del Monte”. Un luogo dove “silenzio” e “mistero” da secoli ci parlano. Ho dovuto aspettare l’incontro con Achim Hebgen e Michel Godard>>.

A chiudere la tre giorni ideata e diretta da Minafra saranno il 10 marzo, alle 20, Maurizio Quintavalle (contrabbasso) e Livio Bartolo (chitarra) in “Bass Profile”. Il basso è alla base degli ensemble classici, jazzistici, rock, pop. Il basso è il basamento degli edifici, le radici. Pensare a Bass Profile significa tenere un basso profilo, che non sta a significare un atteggiamento di poca forza e determinazione ma, al contrario, di costruzione meno eclatante di qualcosa senza della quale non ci sono le chiome della musica, ovvero l’armonia e la melodia, senza parlare del ritmo. Ed è per questo che Quintavalle si è ‘munito’ del chitarrista Livio Bartolo, proprio per creare queste trame ed anche per avere un partner che in comune avesse proprio le corde. Contrabbasso e chitarra sono infatti strumenti a corda. Il repertorio sarà modern jazz tra sound modale e sperimentale.