“Il Crotone è vivo, gioca all’attacco e verrà al San Nicola per vincere”. Andrea Camplone tiene alta la guardia. L’anticipo casalingo di venerdì sera gli mette pressione, soprattutto per paura che i suoi ragazzi possano riproporre il primo tempo giocato a Pescara. “Per batterli ci vorrà il miglior Bari. Nessuna partita dai due volti, dunque, l’importante è stare attenti e conquistare la vittoria”.

A centrocampo si rivedrà probabilmente Gentsoglou, mentre in difesa la sinistra potrebbe essere occupata da un nuovo arrivo e qualcun altro, come Donkor, potrebbe addirittura andare al centro della retroguardia. “Si sta allenando con più intensità anche Romizi – sottolinea il tecnico – e abbiamo recuperato Donati. I nuovi, invece, difficilmente saranno impiegati tutti insieme. Sì, stanno meglio ma c’è chi non vede il terreno di gioco da mesi”.

E proprio in merito ai nuovi, Camplone si dice soddisfatto del mercato di riparazione. “Dico che nella vita si può sempre fare di meglio ma mi ritengo contento. Gli obiettivi, alla fine, sono stati raggiunti, nonostante non siano arrivati a Bari tutti quelli della lista. Certo, è difficile prendere un giocatore già pronto in questo periodo”. Per quanto riguarda il mercato in uscita, poco da da dire, tranne qualcosa su Porcari. “È tornato a Carpi, forse perché non si è mai ambientato in questa città. Qualcosa è evidentemente andato storto. Ora alleno tanti giocatori, sono trenta e qualcuno rimarrà fuori. Ma non permetterò a nessuno di fare casino nello spogliatoio. I rami secchi vanno sempre tagliati. Per cercare di dare spazio a tutti abbiamo fatto tornare i giovani nella Primavera. Resto comunque del parere che ognuno potrà essere utile alla causa”.

Infine una battuta sui tifosi, che salteranno le prossime tre trasferte del Bari a causa degli scontri di Pescara. “Sono stato alla festa dei 108 anni della squadra e ho trovato della gente incredibile, pazzesca, che mi ha commosso. Poi è normale che tra tante persone ci sia qualche mela marcia. Ma è un problema di tutte le piazze, è un male di tutte le tifoserie”.