foto di repertorio

La Consulta Nazionale Antiusura “San Giovanni Paolo II” sostiene e promuove “l’accordo quadro per la prevenzione e il contrasto del fenomeno dell’usura”, sottoscritto tra il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese e il presidente dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi), Antonio Patuelli. All’incontro per la firma dell’accordo era presente il presidente della Consulta Antiusura “San Giovanni Paolo II” Luciano Gualzetti, il quale ha sottolineato l’importanza di aggiornare il precedente accordo del 2007 e promuovere la diffusione con accordi Provinciali per favorire un’alleanza tra istituzioni, Banche e Associazioni per favorire misure più innovative ed efficaci per contrastare l’usura e supportare le famiglie in difficoltà o sovra-indebitate.

In Italia già prima della pandemia l’area del sovra-indebitamento era aumentata del 53,6 per cento in dieci anni (1 milione e 960 mila famiglie al 31 dicembre 2016). La Consulta nazionale Antiusura aveva stimato che almeno due milioni di famiglie sopportassero debiti non rifondibili a condizioni ordinarie. La Pandemia ha causato restrizioni alle attività economiche che ha provocato un grave ed esteso fenomeno di esclusione sociale per debiti non rimborsabili: il Report compilato dalla Banca d’Italia (il 30 marzo 2021), su un campione di 2200 famiglie ha misurato l’impatto delle restrizioni nelle diverse zone territoriali soggette alle misure adottate per contenere il coronavirus. Nelle “zone rosse”, il reddito si è ridotto di oltre il 50 per cento per un nucleo ogni 20; solo un piccolo gruppo di privilegiati ha visto aumentare il proprio reddito (2,6%). Nel 2020 e nel successivo altalenarsi di aperture e di chiusure che il  Paese ha vissuto nella seconda metà dell’anno, le 33 Fondazioni Antiusura aderenti alla Consulta, seppure costrette a rallentare le modalità tipiche di servizio, hanno continuato ad aiutare persone, famiglie, micro imprese a conduzione familiare: sono state incontrate e ascoltate in profondità 5.065 persone. In 663 casi, sono state erogate garanzie con i fondi messi a disposizione dallo Stato, per un importo pari a poco più di 17 milioni di euro. Nel 2019 gli ascolti erano stati 6.698 e 800 le richieste di aiuto, per le quali erano state erogate garanzie per 20 milioni euro.

“L’impossibilità di accedere al credito legale per le persone in difficoltà economica e finanziaria è una delle cause dell’indebitamento e del rischio di usura e ha dei costi sociali sottostimati dalle ordinarie modalità di recupero crediti, L’alleanza auspicata deve favorire la composizione delle legittime istanze dei creditori, con le eccessive difficoltà a rientrare nel sistema bancario degli indebitati, se non si vuole escludere migliaia di famiglie da una effettiva dignità finanziaria. È per questo motivo che le 32 Fondazioni Antiusura promuoveranno nel loro territorio l’accordo quadro con gli enti locali e le prefetture. La nostra attività di prevenzione dell’usura passa anche attraverso l’educazione finanziaria all’uso del denaro in senso ampio, che non è solo l’opportuna informazione sugli strumenti di credito, ma, considerato che la Consulta Antiusura è promossa della Conferenza Episcopale italiana e collegata alla Caritas, deve promuovere una vera e propria educazione integrale fondata sui principi di sobrietà, solidarietà e legalità”, ha dichiarato il presidente Luciano Gualzetti.

L’accordo quadro intende aggiornare gli impegni assunti nel 2007, fra i quali: la costituzione, con decreto del Ministro dell’Interno, di un “Osservatorio Nazionale” presso l’Ufficio del Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, la promozione di iniziative di informazione sull’utilizzazione dei Fondi antiusura, la diffusione dell’Accordo Quadro sul territorio nazionale,  la collaborazione nelle azioni di contrasto della pubblicità ingannevole e l’incremento delle attività di microcredito.