Si continua a parlare della legge Merlin. Se nello scorso appuntamento abbiamo affrontato l’argomento con l’avvocato civilista Massimo Di Florio, nella nuova puntata di Legal Smart la nostra Francesca Summaria ne parla con l’avvocato Andrea Casto dal punto di vista penale.

“La legge Merlin fu emanata nel 1958 – spiega l’avvocato – in un momento storico in cui le donne non avevano libertà di autodeterminazione. Una legge apprezzata e compatibile con l’epoca, ma che è anacronistica alla luce dell’evoluzione dei tempi che ha cambiato la civiltà. Ad oggi questa legge merita una rivisitazione specialmente nell’ipotesi di reclutamento e agevolazione della prostituzione”.

“La Corte d’appello di Bari – continua – ha ritenuto che laddove la scelta di mercificare il proprio corpo rappresenti una scelta non condizionata da induzione altrui, questa fa parte dei diritti di autodeterminazione. Scelta che non deve essere avversata ma tutelata. Credo dunque che una normativa che criminalizza ogni forma di agevolazione o sfruttamento vada in collisione con il diritto fondamentale quale la libertà. Normativa che deve essere spunta dall’universo giuridico perché rappresenta una contraddizione”.

“La Consulta, secondo me, non ha sfruttato l’occasione di adeguare una normativa all’evoluzione dei tempi. La legge Merlin – aggiunge – si fonda un un principio secondo cui il buoncostume e la morale erano da tutelare. Oggi la capacità di autodeterminazione dei soggetti è avvolta da queste guaine sociali. Credo dunque sia un’occasione perduta dalla civiltà giuridica”.

“Condivido la legge Merlin collocata nel suo tempo, dove una donna non era libera di fare ciò che voleva ed era costretta a lavorare nelle case chiuse. Oggi non posso condividerla perché non è adeguata ai tempi. Il diritto – conclude l’avvocato Casto – non fa bene il suo lavoro quando rimane anacronistico e fermo alle sue convinzioni, nonostante siano cambiati i tempi. Il giudice deve percepire questi cambiamenti e intervenire”.