Urla dalla finestra e alta tensione con gli uomini della Polizia Locale che tentavano si sgomberare la casa occupata abusivamente. Un’altra donna sola, in questo caso con due figli minori, da una settimana si è ficcata in uno dei tanti alloggi popolari vuoti del quartiere San Pio.

L’ultimo episodio lo avevamo registrato il 19 dicembre scorso. Una donna al sesto mese di gravidanza si era barricata in un alloggio in via della Felicità. La casa che hanno tentato di sgomberare oggi è in via dell’affidabilità. Un altro nome che ha il sapore della presa per i fondelli. Di felice e affidabile da queste parti c’è bene poco.

“Ero uscita a comprare le medicine per mio figlio – spiega la donna – forse mi sono allontanata per 5 o 10 minuti. Hanno approfittato della mia assenza per tentare di buttarmi fuori”. Sa che ha fatto una cosa illegale, ma rilancia: “Tenere le case popolari vuote non è forse illegale?”. Al nostro arrivo sono una ventina gli agenti che presidiano lo stabile. Ci sono uomini della Municipale e della Polizia di Stato.

L’occupante è barricata in casa con i due bambini, mentre altri residenti sostengono la sua protesta. “Qui a San Pio non vi vuole venire nessuno, dicono che vengono minacciati – tuona la donna – ma non è vero, nessuno minaccia nessuno. Vogliono le case in altri quartieri, può centrali e lussuosi e intanto a noi che ci accontentiamo di un tetto non danno una casa”.

La denuncia è la stessa e gli episodi di occupazione hanno la stessa trama. La speranza è che alla fine le istituzioni perdano il braccio di ferro e assegnino l’alloggio, per il momento senza utenze. “Non le vogliono le case qua gli assegnatari? – incalza l’occupante – bene li lasciassero a noi morti di fame che a San Pio ci vogliamo stare”. La donna, dopo una convivenza difficile col marito dal quale si è separata anche per aver subito maltrattamenti – così dice – non saprebbe dove altro andare. “Non posso essere ospitata a vita dalla mia amica, che ci ha tenuti in un mono vano per due settimane a dormire per terra”.