L’equipaggio del 118 viene chiamato un paio di settimane fa in contrada Pescara, tra Gravina e Dolcecanto. “Non ci saremmo mai arrivati fosse stato di sera – spiega il medico, Francesco Papappicco -. Dolore toracico in cardiopatico”. A colpire l’equipaggio, però, sono  soprattutto le condizioni a dir poco disagiate del paziente, Nicola Bisceglie, 62 anni.

“Raccontò la sua storia, è stato in carcere, ma ha saldato il conto con la Giustizia – spiega il medico -. Una volta uscito, però, per la società cosiddetta civile è diventato un fantasma”. Un paio di giorni fa, prima del turno di lavoro al 118 di Gravina, il medico, il soccorritore Andrea Nitti e l’autista soccorritore Antonello Ressa, sono andati a portare un po’ di conforto a Nicola.

Una giornata di gelo, seppure sotto i raggi di un pallido sole. Alcuni cani sono l’unica compagnia. Animali trattati amorevolmente, nutriti e protetti con cura. Nicola vive in una roulotte, sistemata su una striscia di terra di sua proprietà dove coltiva ortaggi. Un piccolo pannello solare assicura la luce e una vecchia stufa a gas per scaldarsi alla meglio. L’acqua è solo per bere.

“Il nostro impegno come uomini è quello di aiutarlo – sostiene Papappicco -, andarlo a trovare, provare a restituirgli un barlume di dignità, provando ad andare oltre il nostro mestiere. Non possiamo restare indifferenti. Chiedo alle persone di buona volontà un atto concreto di coscienza. Vogliamo lanciare una campagna di solidarietà per Nicola. Ognuno in base alle proprie possibilità. Sono convinto che a qualsiasi titolo chiunque possa contribuire con del cibo, una stufa nuova, un giaccone, un po’ di biancheria, scarpe e generi di prima necessità”. Nicola sta cercando di riconquistare la libertà e chiede un misero sussidio per sopravvivere.

“Ogni giorno coltiva la sua striscetta di terra in compagnia dei suoi cagnolini – continua il medico -. Con dieci tufi al giorno, quando ci riesce e trova la forza, sta tentando di metter su un modesto rifugio. È acciaccato, fisicamente provato, rude nei modi a prima vista, ma in possesso di una ferrea determinazione e ancora in grado di desiderare di vivere il tempo che gli rimane senza abbattersi”.

La visita del medico e dei due soccorritori non lo ha lasciato indifferente. “Aveva gli occhi lucidi – dicono i componenti dell’equipaggio – la nostra visita lo ha commosso e riempito di gioia, come un bambino meravigliato da un dono inaspettato. L’inverno sarà lungo e duro su quella collinetta sperduta. Il solo immedesimarsi in quelle condizioni fa tremare i polsi, ma confidiamo nella generosità di chi si dimostrerà sensibile al nostro appello. Grazie”.