“Rifiuti speciali accatastati nel bagno pubblico senza avere una regolare programmazione della loro raccolta, disinfestazione mai fatta, griglie per lo scarico dell’acqua piovana visibilmente intasate dal fango e pavimentazione nella zona nuova già deteriorata dal tempo e dell’incuria, studiata e realizzata per drenare autonomamente l’acqua piovana, totalmente insufficiente in caso di forti piogge”. A descrivere le condizioni disastrose del cimitero di Ceglie è la consigliera comunale di Scelgo Bari, Irma Melini.

“Il Comune di Bari negli anni ha anche acquistato il terreno adiacente per l’ampliamento e per il parcheggio – dice Melini -, ma lo ha abbandonato alla totale incuria. Questo terreno, oggetto dell’interessamento della sovrintendenza, a causa di ritrovamenti archeologici al suo interno, è l’ennesimo spreco di questa amministrazione che non solo non lo manutiene, rendendolo una discarica a cielo aperto, ma soprattutto non si è impegnata a trovare una giusta soluzione per la destinazione finale. Neanche l’uscita secondaria del cimitero è agibile per i mezzi dei marmisti comunque costretti ad usarla per le nuove tombe”.

“A distanza di un anno dalla mia denuncia per la mancata manutenzione del cimitero e per la mancata tutela e protezione delle ossa accatastate nella cripta del primo insediamento della Città di Bari, nulla è stato fatto – prosegue la consigliera -. Se non fosse per la funzionaria del Comune, con ruolo di affossatore, che si impegna suo buon cuore, e non quindi per mansione, a tenere pulito il cimitero, questo luogo di preghiera e di riposo sarebbe ancora peggio di come già appare. Non ultimo sono stata costretta a chiamare il pronto intervento dei vigili urbani per mettere in sicurezza le fosse realizzate nell’ultimi mesi e irresponsabilmente lasciate a cielo aperto senza nessun tipo di precauzione o transennamento per evitare che qualcuno si possa far male. Non secondario anche il modo indecoroso con il quale queste fosse sono state lasciate aperte vicino alle tombe di tanta gente sepolta lì”.

“Ci sono dei responsabili – chiude Melini -, ci sono delle responsabilità, e dopo un anno da queste omissioni e dal peggioramento delle cose intendo andare avanti affinché si ponga rimedio e si dica chi non lavora”.