Dopo un processo durato 18 anni per ingiusto licenziamento, e sentenza favorevole passata in giudicato, adesso 70 ex dipendenti della I.N.E.S. rischiano di trovarsi con in mano un pugno di mosche. Dopo il fallimento della impresa edile, la battaglia legale ri si è risolta nel 2015 con il riconoscimento di un credito da parte degli ex dipendenti a titolo di risarcimento di somme anche considerevoli, anche fino a 90mila euro.

Eppure, vista la situazione di curatela fallimentare dell’impresa, gli ex lavoratori non hanno visto che una piccolissima parte del rimborso loro riconosciuto. Il resto, ammesso allo stato passive del fallimento, in via privilegiata, banalmente: “quando ci saranno i soldi, li vedrete”.

Uno spiraglio di rivedere la somma gli ex dipendenti l’hanno intravista lo scorso dicembre, quando, a seguito di una transazione tra la ditta Impregilo (capofila di un’ATI di cui faceva parte anche l ditta Aleandri, controllata dalla Ines fino al 1998) e il Comune di Bari, i lavoratori hanno avanzato un’istanza per accedere a un ulteriore riparto del loro credito. Tuttavia, la risposta da parte del tribunale fallimentare è stata negativa, riconoscendo la Ines estranea alla transazione, vista la cessione dell quote di controllo della Aleandri.

La situazione è ingarbugliata. intanto i lavoratori attendono.