Visti i precedenti la cautela è d’obbligo, ma forse questa è davvero la volta buona per la ex OM Carrelli, o meglio per i suoi lavoratori, con le braccia conserte e l’incertezza sul futuro dal 2011. Tra promesse, miraggi, accordi ai limiti dell’estorsione benedetti da alcuni sindacati e dall’ex Assessore regionale al Lavoro Leo Caroli di cui si spera non sentiremo più parlare, negli anni ne hanno viste davvero di tutti i colori. Ieri, al Ministero dello Sviluppo economico, è stato siglato l’accordo preliminare per la reindustrializzazione del sito. Tra Modugno e Gioia Tauro, il fondo americano Lcv Capital Managment investirà 80 milioni di euro per la produzione di automobili con l’impiego di materiali leggeri, ad alta efficienza e dai bassi consumi. Cosa più importante, l’accordo prevede il riassorbimento degli ex Om e la creazione i nuovi posto di lavoro, di cui c’è tanto bisogno.

«Torniamo a casa con una buona notizia – ha detto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano – consapevoli che si tratta per il momento solo dell’inizio di un percorso che crea grandi speranze ma deve lasciarci con i piedi per terra. Abbiamo firmato un accordo con il Mise, la Regione Calabria, i sindaci di Bari, Modugno e Gioia Tauro per la costruzione di due stabilimenti in grado di produrre un’auto completa. Questo rappresenterebbe un traguardo molto importante per l’area industriale di Bari che già produce quasi tutte le componenti del settore automotive».

Come Emiliano, anche il sindaco di Bari Antonio Decaro ha siglato l’accordo: “La Lcv Capital Management investirà 80 milioni di euro nello stabilimento della Om carrelli elevatori di Modugno e sul sito calabrese di Gioia Tauro con un dato occupazione importante: tra i due siti si dovrebbero raggiungere più di 1400 posti di lavoro nel giro di qualche anno, tra nuove assunzioni e il riassorbimento dei lavoratori in mobilità. Si chiude una vicenda che va avanti dal 2011 che ha interessato la sorte di 194 lavoratori che ci auguriamo da oggi possano tornare a guardare con più fiducia al futuro, insieme alle loro famiglie».

Incrociamo le dita, il tempo delle promesse è finito da un pezzo.