«Vedere alcuni “giornalisti” quasi godere nel descrivere le immagini ai margini del disastro Bruscella in un arrapamento mediatico che li vede protagonisti di quello che in realtà è puro sciacallaggio mi fa pietà, più che schifo». Parto da questo commento letto su Facebook per tornare su un tema a me particolarmente caro: il racconto delle sciagure, proprio come quella accaduta alla ditta di fuochi pirotecnici Bruscella di Modugno. Mio caro esperto di comunicazione, ma che ne sai della puzza di bruciato che ti porti addosso per un giorno e nel cuore almeno per tutta la settimana successiva?

Non credo abbia mai visto il cadavere carbonizzato di un padre di famiglia, la testa di un adolescente decapitata dal guard rail, i fiumi di sangue che scorrono dai resti di cinque ragazzi schiacciati da un camion, le lacrime di una prostituta con i segni delle sigarette spente sulle braccia dal pappone di turno. Un qualsiasi evento del genere, indipendentemente dal numero di morti e feriti, ti cambia per sempre. Piangi, a volte ti capita di vomitare, di avere incubi, di maltrattare le persone che ti stanno accanto. Il tuo lavoro è raccontare, cercando di non essere invadente, di non indugiare sul dolore. Ieri sono stato identificato dalla Polizia perché sono andato fin sotto il rogo, ma non hai visto le immagini dei cadaveri che pure ho ben fissate nel cervello. Non se ne andranno mai.

Non è facile raccontare la morte. Sciacallo è chi prende un permesso dal lavoro per andare a curiosare, per avere il macabro ricordo sul cellulare. Sciacallo è chi deve esserci a tutti i costi per parlarne al bar. La maggior parte di noi – eccetto la minoranza di “soubrette” del piccolo e grande schermo – provano a raccontare la morte cercando di non rimanerne travolti. In questo genere di tragedie ti ritrovi catapultato dentro senza accorgertene, non puoi decidere se indossare la cravatta o la maglietta comprata a saldi. Certo, in macchina hai sempre diverse divise da indossare a seconda delle circostanze. In questi casi, però, non hai quasi mai la possibilità di cambiarti d’abito e fingere di essere ciò che non sei.

Ci sono sciacalli ovunque, ma quelli che proprio mi fanno schifo e per i quali non provo nessuna pietà sono quelli che pontificano senza essersi mai sporcati le mani di sangue, senza aver mai tenuto la mano di una persona che muore. Ci sono i giornalisti sciacalli, ma ci sono anche i lettori analfabeti, che vanno educati a una lettura più consapevole.