Molti lo pensano, ma in pochi mettono in discussione il lavoro del direttore sportivo Stefano Antnelli, come ha fatto in questo articolo il collega Alfredo Pedullà in merito alla gestione dell’arrivo del nuovo allenatore Davide Nicola. L’ennesima malagestione non solo comunicativa, a tutela delle scelte sbagliate di inizio stagione. Il primo passo verso la redenzione e la consapevolezza dell’errore. Cacciato Mangia, che forse sarebbe dovuto essere esonerato già dopo la sconfitta di Vercelli, adesso bisognerebbe prendere un’altra scelta coraggiosa: via anche Stefano Antonelli. In queste ore si è tanto discusso su quanta parte di colpa abbia auvuto il direttore sportivo nella disfatta biancorossa. Tanta.

La campagna acquisti è stata fallimentare, nonostante le dichiarazioni sulle ambizioni da serie A al fresco delle montagne bellunesi. Molti dei giocatori sono apparsi svogliati, in alcuni casi persino non all’altezza. Nicola, che tanti tifosi erroneamente già confondono con San Nicola, seppur giovane, ha dimostrato di sapersi adattare a più moduli. Adesso dovrà dimostrare di saper rianimare una squadra apparentemente decotta, in cui qualcuno della vecchia guardia ha perso la testa e qualcun altro a telecamere spente ha espresso senza mezzi termini la sua contrarietà.

Nicola dovrà essere bravo anche decidendo quali rinforzi prendere a gennaio, mettendoci la faccia, per non dire, quando ormai è tardi di non aver avuto tutti i tasselli. Bari è una piazza difficile in cui si va su con una vittoria in trasferta e si precipita negli abissi della contestazione la domenica dopo. Alberti l’anno scorso riuscì a salvare la faccia con un finale di stagione epico, altrimenti si sarebbe portato addosso per sempre l’etichetta di somaro.

Lo schiaffone a Sciaudone – smentito ufficialmente, ma confermato dallo stesso giocatore nel video che abbiamo pubblicato – è la testimonianza di quanto la situazione sia tesa. C’è una dichiarazione di Antonelli – probabilmente travolto dal virus del mistero che avvolge via Torrebella – che proprio non abbiamo capito: piuttosto che parlare coi giornalisti – aveva detto più o meno – preferisco lavorare. In considerazione del lavoro infruttuoso, probabilmente, coi giornalisti e con i tifosi, bisognerebbe parlare un po’ di più, invece di mandare semplicemente i giocatori allo sbaraglio, per spiegare le ragioni di quelle scelte; di certe uscite, come quella sul grasso e non professionista Polenta; dell’affanno in mondovisione per la cessione di Silva, che forse avrebbe raccolto le decine di cross che ogni domenica arrivano in area di rigore.