Nessuno gli farà mai dire che è preoccupato per le prossime regionali e, almeno sino alle primarie di coalizione, nessuno gli farà mai ammettere che desidera oltre ogni modo di succedere a Nichi Vendola. Ma è per quello che si sta preparando, anche se aspetta che le primarie vengano celebrate, il prossimo 30 novembre.

Nel frattempo sta girando la Puglia, incontra gente, si occupa anche del partito democratico di cui è ancora segretario regionale. Con molti sforzi si sta tenendo lontano dal Comune di Bari. Non ha creato alcun comitato elettorale: ha scelto un bar vicino a casa sua, in pieno centro di Bari, dove riceve amici e simpatizzanti, come si diceva un tempo. Un amico, Gianni Paulicelli, gli fa da autista gratis, lo porta ovunque in Puglia, dal Gargano al Salento: 258 comuni, c’è questo nel suo programma.

La mattina è dedicata agli incontri al Caffè Borghese,  molto semplicemente ai tavolini messi in esterno se il tempo è buono. Chiunque può andare a parlare, dire quello che pensa, esprimere necessità e bisogni. Chi lo conosce sa che non gli si può chiedere nulla di ciò che la nostra gente è abituata a chiedere ai “politici”. Non sono i “favori” all’ordine del giorno.

Poi si parte, con il fido Gianni che guida, così lui può continuare a parlare al telefono, prendere appunti, riflettere. Da tempo ha dichiarato che la figura del Governatore lui la intende come una sorta di super sindaco della Regione, in cui l’approccio puramente amministrativo deve coniugarsi al forte impulso programmatico dell’ente.

E’ ben probabile che la sua campagna elettorale continuerà così anche dopo l’eventuale vittoria alle primarie. Una formula “antica” ma che ormai sembra funzionare meglio di tante altre più moderne ma anche sempre meno capaci di “comunicare” il candidato e i suoi programmi. Michele ha un carisma ancora forte, la sua città lo conosce benissimo  ora deve farsi conoscere nel resto della Regione, anche se la sua notevole esposizione mediatica gli ha facilitato il compito.

Una sfida per lui che verosimilmente sta cercando di conciliare le spinte personalistiche che hanno cambiato la politica negli ultimi 20 anni con la necessità, comunque, di tornare a quella politica delle idee e degli ideali che gli fa ripetere, ogni volta che può: “noi siamo il centro sinistra, anzi, il nuovissimo centro sinistra”.