Dal 1997 sono passati circa vent’anni. I Giochi del Mediterraneo furono una straordinaria occasione di incontro e dialogo fra tutta la Koiné del Mare Nostrum, non ancora percorsa dai mercanti di carne umana e imbruttita da centinaia di morti crudeli, premature, ingiuste. Bari, nonostante le polemiche della vigilia e qualche disastro amministrativo-giudiziario (come l’arresto di un Sindaco in carica che non riuscì per questo a ricevere le delegazioni estere), visse un momento di autentica gioia sportiva e popolare.

Li ricordiamo in città meglio e di più della parentesi mondiale del 1990, che ci ha lasciato uno stadio ipertrofico, sia pur firmato da un archistar, che il nuovo Bari di Paparesta e C. oggi si accinge a gestire e a manutenere, sollevando il Comune di Bari da una serie di spese e incombenze insostenibili (viste le altre emergenze presenti).

Siamo appena usciti da dieci anni di amministrazione Emiliano, dieci anni in cui l’Assessorato allo sport è stato retto dal Presidente Regionale del Coni, l’ing. Elio Sannicandro, che a chi gli sollecitava di scegliere fra le due cariche, ha sempre risposto che per la città era un vantaggio e non una perdita avere come responsabile del dicastero sportivo chi dirigeva allo stesso tempo lo sport, di ogni ordine e grado, a livello regionale.

Onestamente, non abbiamo visto questo vantaggio, almeno non in misura tale da giustificare l’accumulo di cariche e il palese conflitto di interessi (basti pensare al trasferimento al vecchio stadio degli uffici del Coni, con canoni di affitto sicuramente più vantaggiosi di quelli pagati in precedenza ai privati).

A soffrire, durante questi dieci anni, sono state soprattutto le piccole società sportive, gli sport cosiddetti minori, tutte quelle realtà amatoriali e non necessariamente competitive che si adunano soprattutto intorno alla UISP (Unione Italiana Sport Per Tutti). Soprattutto non abbiamo visto quel rilancio dello sport come pratica diffusa e condivisa, nonostante la presenza, praticamente in ogni quartiere, di palestroni costruiti proprio al tempo dei giochi del Mediterraneo, nel 1997.

Anzi, uno di questi impianti, quello di San Girolamo per esempio, è stato rimesso in sesto e rinvigorito proprio dalla Uisp dell’infaticabile Elio Di Summa, che insieme ai suoi più stretti collaboratori da decenni porta avanti, spesso nell’indifferenza istituzionale, azioni a favore dei giovani disagiati, dei minori ristretti al Fornelli, delle periferie meno baciate dall’attenzione pubblica.

Elio Sannicandro, tra l’altro, non è riuscito neppure a far sopravvivere le uniche due kermesse cittadine di livello europeo che pure riuscivano per un paio di giorni, a fermare il traffico in città, a far divertire un po’ tutti e a costringere alle due ruote migliaia di persone, di solito pigre: stiamo parlando di Vivicittà e Bicincittà.

Oggi, l’attenzione sportiva dei cittadini baresi è orientata prevalentemente sul Bari Calcio di Paparesta: la gestione dei due stadi, che presumibilmente prelude alla vendita del San Nicola e a un rilancio vero del Della Vittoria, segna un cambio deciso di mentalità da parte dell’Amministrazione Comunale, che appare meno angosciata dal “dispiacere” i vecchi Matarrese, ormai scomparsi dal futuro calcistico del capoluogo.

Forse, nei dieci anni appena trascorsi, si sarebbe potuto fare qualcosa di più e di meglio per anticipare questa nuova stagione. Ma questo ormai appare del tutto irrilevante. Ci auguriamo però che il futuro sportivo di Bari città metropolitana e città regione, non si esaurisca nel solo calcio.

Invitiamo Pietro Petruzzelli, nuovo assessore allo Sport, a consultarsi con chi lo sport lo fa per passione, lo esercita come culto del rispetto e del dialogo, come via privilegiata alla buona salute fisica e mentale. Ravvivare le attività sportive di base, nelle scuole soprattutto, non può che aiutarci a creare buoni cittadini. Una “materia prima” di cui abbiamo tutti un immenso bisogno.