Senza voler infierire e tentando di restare alla fredda cronaca, le ultime amministrative baresi hanno lasciato molti  feriti (ma anche qualche disperso) in campo “centro destra”. Si parla della coalizione che aveva schierato Mimmo Di Paola contro Antonio Decaro, e la confusione nasce perchè, nel frattempo, è sorto il partito di Angelino Alfano e del suo proconsole pugliese Massimo Cassano, con la geniale intuizione di chiamarsi, da soli, come l’intera coalizione: una bella metonimia, non c’è che dire, un sistema niente male per occupare spazi mentali e logistici nelle teste sempre più confuse e incazzate degli elettori medi.

Per cui, chiameremo NCD il partito di Alfano e Centro Destra la coalizione, in cui se la giocano sostanzialmente in tre compagini: Forza Italia, la Lista Schittulli e il NCD. Vanno aggiunti poi i Fratelli d’Italia, che sono gli unici che possono in un qualche modo richiamarsi a quello che in anni ormai lontani, erano gli esponenti dell’unica destra che l’Italia abbia mai partorito, quella prima neo fascista e poi post fascista di Almirante e Fini.

Dopo vent’anni di monocolore berlusconiano, con inserimenti mobili e momentanei di Casini e Lega, ormai il panorama è radicalmente cambiato: Forza Italia è ai suoi minimi storici, il NCD non solo non ha sfondato ma sta perdendo clamorosamente i pezzi, i Fratelli d’Italia sono una famiglia poco numerosa: l’unico che può guardare al futuro con un certo ottimismo è proprio Schittulli: forte soprattutto nella popolosa provincia di Bari e in grande espansione presso alcuni grandi elettori strategici, che una volta portavano acqua devotamente solo ai berluscones nostrani.

Logico che, dopo la debacle barese, Schittulli miri ad essere lui a battersi per strappare la regione al centro sinistra. Ma non vuole fare la fine di chi, incautamente forse, pensava di essere libero di impostare a piacimento le proprie strategie e poi è stato fagocitato da una litigiosità vacua e pretenziosa e da una nemmeno troppo mascherata voglia di sabotaggio (Cassano ha avuto diversi abboccamenti con il “nemico” in campagna elettorale mai smentiti e mai negati). Schittulli vuole un mandato pieno, certo e leale. E l’unica maniera è vincolare il suo mandato ad una vittoria alle primarie.

Ormai le vogliono tutti, nel centro destra. Persino Raffaele Fitto che di sicuro non pensa alla Regione ma aspetta che arrivi finalmente il momento di sostituire Berlusconi (che di sicuro mai penserebbe a Toti per questo ruolo). E a convincerli ancora meglio, ci hanno pensato le batoste sanguinarie delle ultime comunali baresi, un vero massacro, anche se c’è stato bisogno del ballottaggio per stabilire la vittoria di Antonio Decaro. Avevano ragione i nostri vecchi: mazze e panelle fanno le primarie belle.