Il 17 Luglio Antonio Decaro compie 44 anni. Ne aveva poco più di trenta quando iniziò la sua funzione di Assessore alla mobilità durante la prima Giunta di Michele Emiliano. Noi giornalisti lo abbiamo sempre “sfottuto” amabilmente per la sua aria dimessa e poco attenta al look. Tanto che dicevamo che al park and ride di Pane e Pomodoro (il primo ad essere approntato), poteva benissimo essere scambiato per un parcheggiatore abusivo, di probabile origine georgiana.

In realtà era un complimento, lui lo sapeva. Oggi è il Sindaco di una città Metropolitana che come un’adolescente in piena tempesta ormonale, è bellissima ma piena di foruncoli. Un’adolescente che si è dimenticata di quante migliaia di anni e storia le stanno alle spalle, che persiste nel credere che sgagliozze, popizze, birra, polpi e rutto libero possano essere la sua costellazione identitaria, che a volte usa il mare come una pattumiera, che urla e strepita a bordo di motorini e che troppo spesso non va a scuola e non lavora.

Arriva alla carica di primo cittadino dopo dieci anni dominati dalla personalità debordante di un Magistrato antimafia che nel frattempo è diventato il primo riferimento di Matteo Renzi in Puglia. E Antonio Decaro tutto tiene, tranne una personalità debordante.

Per cui, oggi, non possiamo che fargli gli auguri di far bastare la sua testardaggine, la sua pervicacia di ingegnere quando decide di affrontare un problema, la sua “innocenza” nel tener testa ai volponi che covano nel suo stesso partito, che davanti gli sorridono e alle spalle stanno già tramando come fargli il deserto attorno.

Perché, in fondo, è a noi, cittadini e cittadine, che facciamo gli auguri. A noi che, quando siamo giornalisti, siamo combattuti fra il dover comunque raccontare il bene e il male e fare il tifo per la città, all’alba della sua metamorfosi metropolitana. E che quando siamo capifamiglia dobbiamo arrabattarci per fare la spesa, trovare una casa, mandare i figli a scuola, farci curare, insomma vivere dignitosamente.

Auguri, signor Sindaco, Antonio Decaro tutto attaccato, da noi, quegli impertinenti di bari.ilquotidianoitaliano.it