Ieri mattina i Carabinieri di Andria hanno eseguito un decreto di Confisca di 1° grado, emesso dal Tribunale di Trani – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, nei confronti di Alberto Di Bari, 42/enne del luogo, attualmente sottoposto agli arresti domiciliari, pluripregiudicato con precedenti penali di detenzione illegale di armi e munizioni, contrabbando di tabacchi lavorati esteri e furto aggravato.

Il provvedimento eseguito nella giornata di ieri riguarda una villa di lusso–completa di piscina, arredi, impianti tecnologici, videosorveglianza e suppellettili di pregio -, con annesso appezzamento di terreno nonché due auto/motoveicoli, un conto corrente ed un libretto di deposito bancario. L’intero patrimonio, del valore di circa 1 milione di euro, è stato sottoposto a confisca e affidato al custode giudiziario nominato dal Tribunale di Trani, non essendo prevista la facoltà d’uso sia per i familiari che per il proposto.

Le indagini patrimoniali hanno avuto inizio dopo che il 18 marzo 2015 lo stesso Di Bari, in seguito ad un’attività d’indagine condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Bari, è stato tratto in arresto, insieme ad altre 17 persone, in ordine al reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze
stupefacenti, con l’aggravante del metodo mafioso.

Nel corso di quelle indagini i Carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del capoluogo, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, sgominando una pericolosa organizzazione criminale di narcotrafficanti, di cui faceva parte il Di Bari, attiva nel nord barese e capeggiata da Filippo Griner, 32enne andriese, attualmente sottoposto al regime detentivo speciale di cui all’art.41 bis, co.2 O.P..

Quella disarticolata nel 2015 è risultata essere un’organizzazione capace di gestire autonomamente il mercato della droga, principalmente nei comuni di Andria e Bisceglie, forte anche del possesso di un arsenale di armi da guerra, compreso un kalashnikov.

Scarcerato dopo 15 giorni dal riesame per mancanza di esigenze cautelari, il Di Bari è stato condannato dal Tribunale di Bari, a seguito del rito abbreviato, esclusa l’aggravante del metodo mafioso, a quattro anni e otto mesi di reclusione oltre a 20 mila euro di multa, in ordine al reato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

Di Bari è attualmente detenuto agli arresti domiciliari in quanto tratto in arresto il 3 febbraio 2016 in esecuzione di un’ordinanza cautelare del Giudice per le Indagini Preliminari di Trani, unitamente ad altre cinque persone, in relazione, tra le altre cose, ai reati di rapina aggravata, detenzione e porto illegale di armi, ricettazione di due autovetture, entrambe dotate di lastre in acciaio apposte sugli schienali dei sedili posteriori, per fatti accertati in Andria nel mese di gennaio 2015.

Gli accertamenti patrimoniali avviati nei confronti del Di Bari, hanno evidenziato come l’uomo abbia nel tempo mantenuto un tenore di vita notevolmente superiore alla proprie reali possibilità economico–finanziarie e capacità reddituali, che sulla carta si assestavano al limite della soglia di sopravvivenza. Proprio da questa preliminare analisi è maturato il convincimento degli inquirenti che il suo fosse un patrimonio illecitamente accumulato con proventi di attività delittuose.