La Sanità pugliese sta cadendo a brandelli sotto il Piano di riordino, non ancora approvato dal ministero, ma per molti versi già attuato, con la scusa delle soluzioni temporanee come la chiusura notturna dei Punti di Primo Intervento o il trasferimento della Chirurgia Genarale da Terlizzi a Corato. In tanti, però, hanno deciso di non subira passivamente la privazione dei baluardi sanitati minini ai danni di molte popolazioni.

Anci Puglia, per esempio, rappresentando le istanze dei comuni pugliesi, esprime netta e assoluta contrarietà alla ipotesi lanciata dal Governo di smantellamento del servizio di Guardia medica sul territorio.

IL COMUNICATO – Vi sono forti elementi di preoccupazione per le nostre comunità; in nome del risparmio e della riorganizzazione sanitaria, viene penalizzato ulteriormente il diritto alla salute e demolito un servizio primario e indispensabile. La proposta di rimodulazione dei servizi di continuità assistenziale è contenuta nel documento integrativo dell’atto di indirizzo Stato-Regione per la medicina convenzionata, il cosiddetto “H16 del Sisac”. Questo nuovo modello di assistenza sanitaria territoriale praticamente cancella il servizio notturno di medicina generale e lo sostituisce (dalle ore 24 alle 8 del mattino) con la rete di emergenza-urgenza. Più che ad una razionalizzazione, questa riforma delle cure primarie porterebbe ad una involuzione del sistema, compromettendo il diritto alla salute e l’accessibilità ai servizi.

Si tratta di una proposta incomprensibile che avrà gravi conseguenze per le fasce più deboli della società. Un provvedimento contrario ai principi di sanità pubblica universale, che ancora una volta deriva da una visione di urbanizzazione forzata del nostro paese e che avrà come conseguenza lo svuotamento dei Comuni piccoli e medi. Gli enti locali hanno la responsabilità di garantire l’inclusione sociale e l’equità di accesso ai servizi a tutti cittadini, specialmente ai più deboli per condizioni personali e di reddito. Sul territorio i sindaci riscontrano quotidianamente, come ancora stenta a concretizzarsi l’integrazione tra sociale e sanitario, mentre i Comuni riescono a consolidare il proprio intervento, da parte sanitaria non c’e una presa in carico di tutte le nuove e diverse richieste. In questo contesto è inammissibile smantellare un altro pezzo di sanità pubblica, a favore della esternalizzazione del servizio, con costi esosi per i cittadini e la sanità stessa.

Anci Puglia promuove una mobilitazione generale per mantenere inalterato il servizio di assistenza medica notturna, quale presidio sanitario fondamentale per i territori. Bisogna garantire il diritto alla salute, ed evitare di farne un pericoloso mercimonio, favorendo meccanismi di selvaggia privatizzazione dell’assistenza sanitaria.

Bisogna mantenere questo presidio sanitario fondamentale per le comunità ed evitare di sovraccaricare la rete di emergenza-urgenza. – ha dichiarato il presidente Anci Puglia sen. Luigi Perrone Chiediamo l’intervento dll’Anci nazionale nei confronti del Governo, facciamo appello al governatore Michele Emiliano; chiediamo il sostegno dei Consiglieri regionali e di tutti i Parlamentari pugliesi. Nei prossimi giorni incontreremo le organizzazioni sindacali dei medici, anche perché vi sono gravi ripercussioni occupazionali, con la perdita di migliaia di posti di lavoro nella continuità assistenziale”.