Nelle ultime settimane vi abbiamo raccontato di una mezza dozzina di bambini, di etnia apparentemente Rom, in giro per le vie e le attività commerciali del centro di Bari impegnati a chiedere l’elemosina. Dai 3 agli 8-10 anni, mandati in avanscoperta per la loro capacità di impietosire, purtroppo meno di indignare quanti allungano la mano senza domandarsi perché quei poveretti non stiano giocando o imparando. La verità è che a loro è stato insegnato che quella vita è il gioco.

Non avendo ricevuto risposte da parte delle istituzioni, siamo andati a cercare quelle creature nei campi Rom, partendo da quelli già ripopolati dopo i recenti sgomberi del lungomare, poco dopo Torre Quetta, verso San Giorgio. Qualcuno dei “residenti” è tornato in Romania, altri sono arrivati in queste ore per questioni di “lavoro”. Non abbiamo trovato i bambini della questua, seppure ci impegniamo a continuare la ricerca, ma altri piccoli e piccolissimi figli dell’ignoranza, delle tradizioni e della miseria.

Vivono senza servizi di alcun tipo in gigantesche discariche a cielo aperto. I più fortunati stanno nelle celeberrime ville di fronte al mare. Più che altro ruderi che danno l’idea di crollare da un momento all’altro. Poco distante viveva la disgraziata donna polacca massacrata di botte e uccisa dal compagno.

La maggior parte occupa baracche fatte col legno ed il cartone. I bambini urinano e defecano all’aria aperta, nudi, sotto gli occhi di mamma davanti alla catapecchia, nonostante le temperature non siano più quelle estive. Dieci metri più in là, alcuni grossi topi rovistano tra le montagne di rifiuti in cerca di cibo. Non hanno neppure più paura dell’uomo.

Qualche adulto si ferma a parlare con noi, prova a convincerci che i roghi dei mesi scorsi sono stati appiccati da un italiano che ha provato ad ammazzarli tutti: “Un razzista”. Un uomo, scoperto invece in compagnia di minore di circa 10 anni, minaccia di colpirci con una pietra. Lo convinciamo a desistere dall’aggressione, cercando di spiegargli che i bambini devono andare a scuole e giocare. Non lavora e nemmeno la cerca un’occupazione, vive di espedienti, e i più piccoli, da soli o in braccio quando si aspetta il rosso del semaforo per chiedere l’elemosina, sono il metodo migliore per persuadere e guadagnare.