Falso in atto pubblico o “semplice” scambio di cooperative che appartengono allo stesso Consorzio in un documento ufficiale del Policlinico? Parliamo della delibera con cui si certificano le ragioni del reclutamento diretto dei cardiologi necessari all’espletamento del serzio di telecardiologia e la proroga all’Apulia Gss onlus. In entrambi i casi, però, si tratterebbe di un episodio da approfondire, compiuto da Vitangelo Dattoli, direttore generale del Policlinico.

Lo scandalo sulla gestione del servizio pubblico di telecardiologia affidato proprio al Policlinico, si arricchisce dunque di un altro documento. In realtà avevamo già pubblicato la delibera, ma la dichiarazione sulla quale bisognerebbe fare chiarezza era sfuggita anche a noi. Si tratta di una delle “carte” più stonate in mezzo alle decine e decine pubblicate in questi lunghi mesi dal nostro giornale.

Solo pochi giorni fa avevamo messo in discussione l’affidamento diretto a 40mila euro, ma soprattutto la proroga da 183 mila euro all’Apulia Gss onlus, della fornitura dei medici per la telecardiologia. La delibera incriminata, quella in cui verrebbe scritto il falso, è la numero 1030 del 14 luglio 2016 (allegato 1). In ogni caso andrebbe revocata, perché al contrario di quanto dichiarato nell’allegato alla delibera prot. 32713/DG del 21 aprile 2016 (allegato 2), inviata al direttore del Dipartimento della Salute della Regione Puglia, Giovanni Gorgoni, la Apulia Gss onlus non è la sola in grado di fornire cardiologi, tanto in Italia quanto in Puglia.

Dattoli confonde quanto scritto dalla Asl BT in un altro documento ufficiale, la delibera 215 dell’8 febbraio 2016. Nel provvedimento citato, infatti, si parla infatti dell’Apulia Soccorso e non dell’Apulia Gss onlus. Scambio di nomi, ma perché? Come se non bastasse quanto prodotto per giustificare i costi della telecardiologia, andati ben al di là di quelli annunciati e certificati da Dattoli.

Presidente Emiliano, ripercorriamo insieme a lei le tappe di questo grossolano errore, in modo da consentirle di analizzare la vicenda ed eventualente prendere provvedimenti. Potrebbe consegnare le carte che stiamo pubblicando in questo articolo a Raffaele Cantone, alla Guardia di Finanza, alla Corte dei Conti, o alle procure di Bari e Taranto, che già indagano e ci indagano per lo scandalo.

La questione è lineare, semplicissima e non lascia molto spazio all’interpretazione. Il giorno 14 luglio è stata pubblicata la delibera n.1030, che sana l’attività lavorativa dei cardiologi dell’Apulia Gss onlus prima di sei mesi e poi di dodici mesi per l’importo di 40mila euro prima e 183mila euro poi. Ribadiamo che nel periodo che bisognerebbe passare al setaccio, i medici forniti dalla coopertaiva non erano regolari non essendoci stato alcun affidamento, così come non erano regolari neppure i costi dichiarati.

La delibera, firmata da Vitangelo Dattoli, Domenico Lovecchio, Alessandro Delle Donne e Maria Giustina D’amelio, per giustificare l’affidamento diretto, a pagina 2 delle 4 recita al punto “dato atto”, penultimo capoverso: “…dato atto che è stato verificato, anche sulla piattaforma Empulia, che la Cooperativa Apulia Gss onlus permane sul territorio regionale l’unico soggetto conosciuto in grado di garantire il servizio richiesto … omissis … tant’è che a seguito di indagini conoscitive svolte sul territorio regionale, si è riscontrato l’affidamento da parte delle ASL di servizi analoghi in favore della citata Cooperativa”, cioè l’Apulia Gss onlus.

In allegato alla delibera n. 1030/DG del 14 luglio 2016, protocollo 32713/DG 21 aprile 2016, qui casca l’asino, Dattoli scrive in una lettera al direttore Gorgoni per giustificare la proroga da 183mila euro (pagina 1, terzo capoverso): “… questa direzione si è determinata in tal senso a seguito di un’indagine conoscitiva svolta sul territorio regionale da cui è emerso che analoghe situazioni emergenziali hanno visto il loro soddisfacimento mediante l’affidamento temporaneo da parte delle AA.SS.LL. insistenti sul territorio regionale di servizi analoghi in favore della cooperativa Onlus APULIA GSS, unico soggetto conosciuto in grado di garantire le attività … omissis …”.

Il capolavoro, però, sta a pagina 2, sesto capoverso, della delibera del Policlinico, quando Dattoli mette nero su bianco che: “… infatti si è potuto rilevare, che a seguito di una indagine conoscitiva svolta successivamente, che la ASL BT al fine di soddisfare un’analoga situazione d’emergenza, in data 28.12.2015 ha avviato una procedura di gara mediante piattaforma regionale EMPULIA e all’apertura telematica della documentazione amministrativa avvenuta in data 7.01.2016 ha potuto accertare la partecipazione di un’unica ditta e precisamente del Consorzio Italia, che ha concorso per la Cooperativa Onlus Apulia GSS”. La descrizione degli atti di gara viene riportata sulla deliberazone della Asl BT, numero 215 dell’8 febbraio 2016. Non ci si può sbagliare.

Se a scrivere fosse stato un normale impiegato probabilmente sarebbe già stato licenziato, ma lei è il direttore generale. La faccenda è diversa.

Per il beneficio suo, del presidente Emiliano, del direttore Gorgoni, degli organi inquirenti, di tutti gli operatori del 118 e dei cittadini pugliesi, alleghiamo la delibera originale della Asl BT, proprio quella citata dal Policlinico 14 luglio scorso (allegato 3). Sa cosa c’è scritto in quella deliberazione del collega della Bat, dottor Dattoli? Precisamente alla seconda delle cinque pagine, secondo capoverso:  “… omissis … “il 28.12.2015, mediante piattaforma regionale EMPULIA, è stata avviata la procedura di gara ex art. 125 del D.lgs. n. 163/2006 fissando come termine ultimo di presentazione delle offerte il 07/01/2016, ore 12 … omissis …”. E ancora, “nel suddetto termine di scadenza ha inviato l’offerta n. 1 ditta e precisamente: Consorzio Italia, che ha dichiarato di concorrere per il consorziato Coop. Soc. APULIA SOCCORSO a.r.l. quale impresa consorziata esecutrice del servizio”.

Il collega direttore della Asl BT parlava della Apulia Soccorso, via A. Quaranta numero 2, a Bari e non dell’Apulia GSS Onlus, che risiede ad Andria, seppure appartenenti allo stesso Consorzio Italia. E questa è una distrazione che potrebbe costare cara. Noi, ciò che avevamo da dire e denunciare lo abbiamo detto e denunciato. Cosa che continueremo a fare, pubblicando altri documenti e dati particolarmente interessanti e sensibili di intervendo in sedi diverse e più opportune.