Grandi novità da Bologna. Agli stati generali della Croce Rossa Italiana, durante l’assemblea dei presidenti, l’unico presidente veramente tale ha messo in piedi il suo ennesimo show. Noi non siamo stati ammessi alla kermesse, che in ogni caso è una riunione privata. Di privato, nel senso di segreto, nella massima assise dell’associazione di volontariato più grande e costosa d’Italia, non dovrebbe esserci nulla.
I suoi vertici, però, non sono del nostro stesso parere. Abbiamo anche un’altra opinione, corroborata dalle foto che ci hanno mandato i volontari. All’assemblea dei presidenti si nota una sala gremita, ma da chi? Di presidenti veri in Croce Rossa ne sono rimasti pochissimi. La falce di via Toscana ha messo a tacere ogni dissenso, quindi qualsiasi decisione sia stata votata ieri il dubbio della sua illegittimità inizia a serpeggiare.
Cosa vanno a fare i commissari nominati da via Toscana in quella assise, che dovrebbe rappresentare gli eletti dalla base composta dai volontari attivi di ogni Comitato? Si andrà comunque a votare il prossimo 28 febbraio. Esattamente tre anni dopo la data stabilita per il rinnovo delle cariche associative da un decreto legislativo, che da una parte è stato rispettato in maniera marziale (quando parlava di liquidazione del patrimonio e mobilità del personale civile e militare); da un’altra completamente disatteso (quando raccontava di tutele dei volontari e democraticità e trasparenza di gestione).
A proposito di trasparenza, in pochi hanno raccontato le vicende dei 13 dipendenti di Croce Rossa, quelli delle provincie di Trento e Bolzano defraudati del loro diritto al lavoro e al riconoscimento della propria professionalità. Defraudati da un’associazione che fa dell’umanità e dell’inclusione le sue bandiere. Ai 13 lavoratori ha dovuto pensare la magistratura, che ne ha ordinato l’assunzione coatta e ha disposto un risarcimento danni che sarà pagato con i denari raccolti negli anni attraverso l’opera dei volontari della Croce Rossa. I legali dei neo dipendenti, tanto per evitare di essere fraintesi o presi ulteriormente per i fondelli, hanno pignorato due immobili di proprietà della Croce Rossa e si apprestano a bloccarne un terzo. Il fenomeno delle assunzioni per via giudiziaria sta stravolgendo le finanze dell’Ente.
La mancanza di trasparenza che avvolge via Toscana fa sì che di queste vicende, tristi perché toccano la dignità dei lavoratori e intaccano pericolosamente il patrimonio dell’associazione, si venga a sapere solo dai giornali ed allora si capisce perché Rocca, pur retribuendo un costosissimo ufficio stampa con i denari procurati dai volontari, abbia il sacro timore dei giornalisti.
Si capisce anche perché abbia invitato a Bologna, con trasferte, vitto e alloggio a carico di Croce Rossa, i commissari che non avrebbero diritto di voto e che avevano, per mandato, l’unico onere di procedere senza indugio al rinnovo delle cariche sociali. Invece hanno indugiato, alcuni per anni, governando di fatto i feudi a loro assegnati, in barba alla volontà dei soci attivi che avevano eletto altre persone. Come premio, poi, hanno ricevuto la gita a Bologna.
Fa tutto parte del solito copione: la presenza dei commissari nella sala dell’assemblea serve ad assicurare la giusta claque all’istrione, ad appiattire ogni tipo di dibattito e dissenso interno. Diciamo che c’è chi può cantarsela e suonarsela come vuole, mentre voi continuate a chiamare questa cosa “privatizzazione”.