Nella relazione di apertura, Elisa Pozza Tasca, presidente nazionale di Penelope, ha sottolineato le aspettative del convegno: creare una sinergia positiva tra l’associazione e il giornalismo, soprattutto televisivo. Una domanda provocatoria è subito stata messa al centro del dibattito: di fronte ai circa 25mila casi di scomparsi in Italia, come mai la stampa si concentra a più riprese, sempre e solo sui soliti due o tre fatti di cronaca, ignorando completamente tutti gli altri casi?

Il riferimento  è ai casi di Sarah Scazzi, Ciccio e Tore ed Elisa Claps, per i quali, nel bene e nel male il contributo dei media è stato decisivo, mentre scomparse come quella ad esempio del 17enne Alessandro Ciavarella avvenuta tre anni fa, sono praticamente rimaste sconosciute all’opinione pubblica.

I dati sono sconcertanti: circa 25mila gli scomparsi dal 1974, con una crescita annuale di 800-1000 persone. Di questi, 1651 sono bambini italiani e ben 8153 stranieri.  I corpi di persone ritrovate sono 795, dei quali si attende ancora il riconoscimento del Dna e l’archiviazione in una banca dati. L’associazione Penelope non esagera quando nel descrivere l’entità del fenomeno usa metafore quali “una città scomparsa”, “il popolo degli scomparsi”, “vite sospese”.

Un dibattito molto articolato che ha toccato aspetti delicati. In particolare il dilemma di come conciliare l’esigenza del segreto istruttorio e la riservatezza delle indagini con la libertà e il dovere di informare. Un equilibrio tra le parti in gioco non sempre facile da realizzare. Il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Puglia, Paola Laforgia, affonda un giudizio caustico: “Il segreto istruttorio spesso viene invocato dagli inquirenti non per evitare l’inquinamento delle prove ma per nascondere la mancanza di piste e indizi. Il classico ‘si brancola nel buio'”.

Nelle conclusioni, Annalisa Loconsole, presidente regionale dell’associazione, ha tracciato un possibile nuovo cammino comune tra Penelope e media, basato non più sulla ricerca e condivisione di storie da pubblicare, ma su una reale e più completa informazione delle problematiche etiche, sociali e giuridiche che accomunano tutte le persone coinvolte. Basta insomma con la spettacolarizzazione delle lacrime: occorre collaborare per informare con un’attenzione costante su tutte le storie, indistintamente, anche su quelle poco originali, curiose e attuali.

Loconsole ha ricordato che l’associazione è sempre in trincea. Non solo nel sostegno delle famiglie delle persone scomparse, ma anche nella lotta affinché venga riconfermato il Commissariato straordinario delle persone scomparse, che nell’ormai non più sostenibile vuoto legislativo, resta l’unico punto di riferimento istituzionale per il coordinamento territoriale delle ricerche.

Salvatore Schirone

Sito Penelope: http://www.penelopeitalia.org

I dati del ministero dell’Interno:
http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/temi/persone_scomparse/scheda_006.html