di Giusy Mendola

Blue Bird Bukowski, dal 16 al 19 ottobre in replica al Teatro Abeliano di Bari: una pièce inedita, in cui la comicità sagace, che ricorda il “riso amaro pirandelliano”, si alterna con tempi perfetti alla commozione sincera scaturita dall’identificazione  con i due personaggi, Charles Bukowski e l’infermiera Linda, interpretati da Vito Signorile e Mary Dipace.

La regia di Licia Lanera immerge il pubblico in un’atmosfera onirica ed essenziale prima ancora che prenda posto, sulle note non casuali della canzone di Alberto Iglesias “Todo sobre mi madre”, che rievoca l’umorismo straziante con cui il regista spagnolo, Almodovar, invita alla riflessione nella celebre pellicola.

La drammaturgia, curata da Riccardo Spagnulo, è la pietra miliare dello spettacolo, tenendo fede e valorizzando tutta l’opera letteraria dello scrittore tedesco vissuto a Los Angeles.

L’opera teatrale è, infatti, per l’intera durata impreziosita da tutte le sue più famose citazioni, a partire dal primo capitolo di “Storie di ordinaria follia”, arguta la scelta dell’autore nel riassumere Cass, la più bella donna della città, come <<schizoide spirituale>>, per  concludere con la celebre poesia, “Bluebird”, dalla verità spiazzante, da cui è tratto il titolo.

Il dialogo procede spedito, fruibile e incalzante, svelando a poco a poco i caratteri e le storie dei due bizzarri personaggi, i quali, pur essendo in apparenza incompatibili per divergenza di valori ed ideali, scoprono, nella propria condizione di disperata solitudine, di essere simili e bramosi degli stessi bisogni affettivi.

Entrambi sono schiacciati dalla loro stessa ipocrisia e vinti dal “sistema”.

Terrorizzati dall’idea di svelarsi completamente nudi e tirare fuori la purezza della propria anima, si perdono, Bukowski, negli eccessi dell’alcool e del sesso e, Linda, nel risentimento verso il mondo che l’ha disillusa e tradita.

L’interpretazione di Vito Signorile arriva dritta alle corde più segrete del pubblico.

<<Che cos’è l’amore? L’amore è un cane venuto dall’inferno>> è la frase esplicativa con cui esprime tutto il suo rancore per non aver mai veramente amato, poiché l’amore richiede sacrifici, lealtà e capacità di adattamento. Invece, lui stesso, rifiutando la vecchiaia e la morte, vuole decidere a proprio piacimento <<quando dare le dimissioni>>.

E poi aggiunge <<Ma le donne che valgono qualcosa mi spaventano, perché finisce che vogliono la mia anima!>>, rivelando l’enorme difficoltà nell’abbandonare il principio di autodistruzione che domina la sua travagliata esistenza.

Sarà proprio l’inaspettato confronto con Linda a fargli realizzare che <<il cane, forse, dall’altra parte lo sta chiamando>> e, in realtà, lo ha sempre fatto, di notte, durante i sogni, dove “l’uccello azzurro”, racchiuso nel suo cuore, non ha mai smesso di canticchiare e tenerlo saldo al bambino che fu, per ricordargli che, nonostante i patimenti, le delusioni e le amare lezioni, la sua anima, attraverso l’arte, non ha mai smesso di trovare una ragione per vivere e ha sempre saputo…con schietta umiltà…che non sarebbe mai morta.