Non sono molte le opere che ritraggono San Nicola Pellegrino, il giovane greco che ancora fanciullo lasciò la sua terra in nome della fede per compiere un pellegrinaggio verso Roma. La storia dell’arte ci ha lasciato perlopiù testimonianze artistiche legate al più famoso Vescovo di Myra, eppure anche la figura di questo santo si interseca con la storia della Puglia e in particolare di Trani, che divenne anche il luogo della sua santificazione. Nicola Pellegrino vi giunse nel 1094 per evangelizzare, la stessa città di cui oggi è protettore e patrono dell’Arcidiocesi. Si intitola infatti “L’evangelizzatore dei giovani”, la seconda pala d’altare realizzata dal pittore Giovanni Gasparro per la chiesa San Francesco d’Assisi di Trani.

Un dipinto narrativo, che non ritrae la figura del Santo ma ne racconta la storia: “Non è un santo in gloria, ma viene ripreso in un frangente del suo vissuto quotidiano – spiega il giovane artista – Ho sempre dipinto soggetti d’arte sacra a prescindere dalle commissioni, la fede per me ha un potenziale altissimo che vivo personalmente.” Ma oltre alla componente sacra le fonti d’ispirazione da cui Gasparro attinge sono i grandi maestri del passato come Caravaggio, Mattia Preti e Van Dyck come specificato dalla dottoressa Clara Gelao, direttrice della Pinacoteca di Bari:”Gasparro è uno dei pittori che reinterpreta in maniera assolutamente originale, non copiando, ma recuperando le modalità tecnica ma anche lo stile di questi artisti del passato, per questo la sua pittura è molto apprezzata anche all’estero.”

Con questa tela la chiesa di San Francesco si arricchisce di un dipinto che crea una continuità con l’apparato iconografico, che annovera anche opere risalenti al ‘500 e che la rendono uno scrigno di testimonianze storico-artistiche. Merito di questo prestigioso valore aggiunto è senz’altro l’attenzione che Monsignor Saverio Pellegrino ha sempre mostrato verso l’arte, dimostrando come ancora oggi le rappresentazioni sacre possano veicolare il messaggio divino. Direttore per 18 anni dell’Ufficio Diocesano Arte Sacra e Beni Culturali,  crede nel profondo legame che unisce arte e fede, un dialogo che si nutre da entrambe le parti: “Il rapporto tra arte e fede necessariamente deve coniugarsi perché l’arte ha bisogno della fede per confrontarsi con i grandi temi e i simboli che fondamentalmente sono quelli religiosi – precisa il parroco – Così come la fede ha bisogno dell’arte per narrare la bellezza di Dio. Due realtà che dovrebbero dialogare per richiamare l’uomo a quei valori che sono dietro ogni opera per la propria dimensione evocativa, che va oltre ciò che è rappresentato.”