Appena qualche giorno fa, il 14 settembre scorso, è stato arrestato il 70enne Vittorino Checchia, originario di Castelluccio Valmaggiore e domiciliato a Foggia, accusato di concorso in omicidio e rapina nell’inchiesta sulla tragica morte di Franca Marasco, la commerciante foggiana di 72 anni. Il presunto complice di Moslli, il 43enne marocchino dichiaratosi colpevole dell’omicidio della donna, ieri mattina è stato interrogato in carcere dal giudice firmatario dell’ordinanza cautelare e dal pubblico ministero Ida Perrone lasciando tutti interdetti.

Scena muta all’interrogatorio

Il 70enne si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del giudice e, il difensore Carlo Gesueto lo avrebbe giustificato con queste parole: “Checchia è certamente scosso dalle accuse che gli vengono mosse e si dice innocente“. La Procura contesta all’uomo il concorso in rapina e in omicidio perché avrebbe istigato il presunto complice e gli avrebbe fornito i mezzi per il colpo a mano armata. Sembrerebbe che il marocchino si fosse accordato con lui per mettere in atto la rapina. Dalle indagini sarebbe emerso che quella mattina i due si sarebbero visti: il presunto complice avrebbe fornito al 43enne i guanti, la mascherina e un coltello da cucina ben affilato con lama di diciotto centimetri, materiale contenuto in una busta bianca di carta rigida poi trovata dagli inquirenti all’interno della stessa rivendita di tabacchi.

“Renu”, così chiamato da Moslli, e il 43enne marocchino sarebbero stati diverse volte immortalati dalle telecamere in un bar del centro, si sarebbero sentiti e scritti prima e dopo l’omicidio per più di 100 volte, testimoni avrebbero riferito che i due si conoscono e si frequentano da tempo tanto da averli visti camminare insieme più volte sul viale della stazione di Foggia. Per ora Vittorino Checchia resterà in carcere per diversi motivi: per i precedenti, per pericolo d’inquinamento delle prove, per il pericolo di fuga.