Ritorniamo nuovamente a parlare del centro di accoglienza di Zapponeta a Manfredonia nel foggiano. I Carabienieri durante l’ennesimo controllo hanno potuto verificare una situazione allarmante dove i braccianti sono sfruttati e le loro condizioni continuano ad essere precarie

Le accuse sono fruttamento del lavoro, impiego di lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno, sono sette persone arrestate dai carabinieri.

Sono 13 i provvedimenti cautelari personali del gip di Foggia, tra cui sette arresti, dal comunicato ufficiale si evince che “i militari hanno eseguito una misura cautelare emessa dal gip di Foggia: oltre agli arresti (due in carcere e cinque ai domiciliari) sono stati notificati due divieti di dimora e quattro misure interdittive. Il gip di Foggia ha inoltre disposto il sequestro preventivo delle sedi operative, dei beni mobili e immobili, e l’assoggettamento al controllo giudiziario di due aziende agricole (il cui fatturato annuo raggiunge circa i 10 milioni di euro), riconducibili ad alcuni dei soggetti destinatari della misura cautelare”.

L’operazione è stata chiamata “Caronte”, il riferimento è chiaro, dove i braccianti sono costretti a pagare una “tassa” per essere accompagnati nei campi su camion fatiscenti e improvvisati e adattati per l’occasione: il dazio da pagare ogni giorno è di 5 euro, detratte poi dalla loro paga già misera. Dalle dichiarazioni raccolte, i braccianti non avrebbero avuto pause durante il lavoro e venivano costantemente controllati ed insultati. I caporali pretendevano che ogni bracciante riempisse in otto ore almeno 56 cassette con i prodotti agricoli. E quando uno di loro non raggiungeva questo obiettivo il lavoro di tutti continuava. Contro i responsabili di origine senegalese è stata emessa una misura cautelare in carcere, sono stati rintracciati nei loro paesi di origine, si è provveduto ad avviare le pratiche per l’internazionalizzazione del provvedimento.