Insistono per l’esclusione dell’aggravante mafiosa i difensori dell’ex gip di Bari Giuseppe De Benedictis, accusato insieme all’ex penalista Giancarlo Chiariello di corruzione in atti giudiziari nel corso del processo con rito abbreviato che si celebra a Lecce. Nei tre episodi contestati, l’ex giudice si sarebbe quindi lasciato corrompere dall’ex avvocato per concedere scarcerazioni ai suoi clienti, ma mai per favorire la mafia: è questa, in sintesi, la linea difensiva di De Benedictis esposta ieri nell’arringa. La Procura ha chiesto condanne fino a 8 anni e 9 mesi di reclusione. Entrambi sono stati arrestati un anno fa e si trovano ora ai domiciliari dopo un periodo in carcere. Prossima udienza il 29 marzo, per le eventuali repliche e la sentenza, e per l’udienza preliminare a carico di De Benedictis e altri due imputati per detenzione di un arsenale con numerose armi, anche da guerra.