Condannato a 14 anni e sei mesi di reclusione perché ritenuto responsabile dei reati di vilipendio di cadavere e riduzione in schiavitù ma assolto con formula dubitativa «perché il fatto non sussiste» dall’accusa più grave, l’omicidio volontario. E’ la sentenza emanata dalla Corte di Assise di Bari nei confronti del pregiudicato molfettese 53enne Ignazio Piumelli che, secondo i giudici, avrebbe sepolto in una fabbrica dismessa il cadavere della compagna 50enne di origini polacche Malgorzata Zlezak detta Margherita, morta nel 2012. I suoi resti, ridotti al solo scheletro, furono ritrovati nel maggio 2017 nelle ex acciaierie Scianatico di Bari, quindi cinque anni dopo la morte. Per i giudici non risulta provata la morte violenta, ma la donna potrebbe essere deceduta per cause naturali e poi sepolta dal compagno con quelle modalità. Anche per il reato di occultamento di cadavere non è stato possibile procedere poiché prescritto. Le motivazioni della sentenza verranno depositate tra 90 giorni. Piumelli si trova in carcere dal dicembre 2019.