Aspettò che il compagno cedesse al sonno sulla poltrona del soggiorno per premere il grilletto e colpirlo alla testa con una pallottola calibro 9. Così uccise il fidanzato dopo aver scoperto che il 49enne aveva intrecciato una storia sentimentale con sua madre. Il delitto si consumò il 26 giugno 2018 a Bitetto nell’abitazione della vittima.

Rosa Caramia, gup del Tribunale di Bari, ha disposto per la giovane la condanna a 16 anni di reclusione per omicidio volontario. Se in un primo momento il padre della 26enne si era dichiarato colpevole dell’efferato delitto, cercando di salvare in qualche modo sua figlia, grazie alle attente indagini della Procura di Bari, guidate allora dal pm Simona Filoni e dai giudici Bruna Manganelli e Domenico Minardi poi, non ci sarebbe più alcun dubbio: a sparare fu la ragazza. Il padre è stato solo ritenuto colpevole della detenzione dell’arma utilizzata, ma non di aver concorso nel reato di omicidio.

Secondo le ricostruzioni, dopo la sanguinosa vendetta il padre avrebbe aiutato a ripulire la casa della vittima, con lo scopo di cancellare ogni traccia dell’accaduto e per riappropriarsi della pistola, evitando così l’immediata incriminazione della figlia. Ma tutti i nodi vengono al pettine e l’uomo è stato contro il suo volere scagionato da video e testimonianze.

La gup con questa sentenza di condanna, arrivata al termine di un processo con rito abbreviato, ha disposto il risarcimento danni alla famiglia della vittima, con provvisionali immediatamente esecutive tra 10mila a 20mila euro. I parenti della vittima, assistiti dall’avv. Domenico Di Ciaula, e la figlia, assistita dall’avv. Michele Carofiglio, si sono costituiti parte civile nel procedimento.