“Ci siamo costituti parte civile in entrambi i procedimenti penali avviati dalla Procura, in uno lo siamo già, nell’altro siamo nella fase in cui l’istituto deve essere ancora rinviato a giudizio, siamo fiduciosi di essere ammessi anche in questo”. L’avvocato Giuseppe Ciaccia rappresenta l’Adoc nella vicenda giudiziaria che ha travolto i soci della Banca Popolare di Bari dopo il crac. Senza girarci troppo intorno, l’Associazione per la Difesa e l’Orientamento dei Consumatori è preoccupata.

“La banca è stata estromessa come responsabile civile – ricorda Ciaccia – in questo modo c’è stata una deminutio nei confronti dei soci. Il dispositivo del giudice dice che non ci sono rischi per i soci che vogliono rivalersi sugli Jacobini, ma bisogna intraprendere dei procedimenti civili. Come si sa, oltre alla tempistica, hanno dei costi da sopportare; in questo contesto avere la tutela della banca nel procedimento penale sarebbe stato di maggior garanzia per tutti i soci”.

Sì, perché alla fine di quello si parla. C’è gente che ha perso cifre importanti, i risparmi di una vita messi faticosamente da parte per garantirsi un futuro sereno, e si è ritrovato con carta straccia in mano. “Abbiamo soci che hanno comprato azioni a 9,53 euro, oggi valgono 6 centesimi – sottolinea il legale dell’Aodc -. Ai soli soci che hanno sottoscritto l’aumento di capitale nel 2014 è stata proposta una transazione a 2,38 euro. Per le storie che stanno dietro questi investimenti, quali trattamento di fine rapporto, risparmi non in più ma essenziali, mi sembra un po’  poco”.

“Ci vuole maggior attenzione verso questo territorio, siamo nella fase post pandemia, qualcuno deve capire che è meglio andare incontro ai risparmiatori, perché il risparmio tradito innesca problematiche a medio-lungo termine. Qualcuno ha investito molto denaro e ha ottenuto un risarcimento intraprendendo la strada del procedimento civile, a chi si chiede se abbiano avuto ragione loro rispondo che vogliamo una Giustizia per tutti, non solo per chi ha già denaro. Diversamente – conclude amaramente Ciaccia – vorrebbe dire che chi è in condizione di difficoltà non può accedere a questo tipo di garanzie. Speriamo che lo Stato italiano, ora alla guida della banca, pensi a soluzioni che vengano incontro al nostro territorio, già martoriato”.