Svolta nelle indagini dell’omicidio di Pierpaolo Perez, 49enne ucciso con un colpo di pistola alla testa, all’interno della propria abitazione, a Bitetto, il 26 giugno 2018.

Oggi è stata arrestata, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Bari, Mariangela Losurdo, 25enne, ritenuta l’esecutrice materiale del delitto e figlia di Pietro Losurdo, 57enne, già affiliato al clan Parisi e collaboratore di giustizia.

Le indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bari e coordinate dal PM della DDA di Bari Simona Filoni (oggi Procuratore per i Minorenni di Lecce), hanno permesso di ricostruire l’esatta dinamica degli eventi, anche precedenti e successivi all’omicidio, di cui, in un primo momento, si era autoaccusato Pietro Losurdo, che aveva ricondotto il fatto all’incauto maneggio di un’arma.

I Carabinieri, dopo aver fermato nell’immediatezza il presunto reo-confesso, analizzando il materiale acquisito sulla scena del crimine, non si sono fatti convincere dalla versione resa dall’uomo e, pertanto, hanno dato inizio a un’intensa e articolata attività investigativa, finalizzata a ricostruire la dinamica dei fatti e a raggiungere la verità.

Le minuziose indagini, le analisi di tabulati e di celle telefoniche, la visualizzazione di immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza di esercizi commerciali vicini, le dichiarazioni testimoniali acquisite e le attività di intercettazione condotte hanno confermato i sospetti degli inquirenti. Ad uccidere Perez Pierpaolo, con un colpo di pistola calibro 9 alla fronte, esploso, intorno alle 13.30, a distanza ravvicinata, mentre lo stesso dormiva sulla poltrona del proprio soggiorno, è stata la figlia Mariangela, all’epoca solo 23enne.

Resta allo stato incomprensibile il movente del delitto, come è riportato nell’ordinanza, non emergendo sufficiente elementi per attribuirgli uno sfondo passionale o per ascriverlo a un diverso contesto criminoso.

Quel che è certo, come già indicato nell’informativa dei Carabinieri, depositata agli atti del processo che si era nel frattempo instaurato per il fatto nei confronti del Losurdo Pietro, è che la moglie, 51enne, avevano intrapreso una relazione sentimentale con la vittima, un tempo uomo di fiducia proprio dell’uomo, nel compimento di attività criminali.

Comunque sia, dopo l’omicidio, il 57enne, agendo per “amor di padre”, sarebbe entrato nell’abitazione con lo scopo di ripulire la scena del crimine, recuperare l’arma da fuoco ed evitare l’incriminazione della figlia per l’efferato delitto, attribuendosene la paternità.

Nel corso del processo gli inquirenti avevano ribaltato la tesi autoaccusatoria di Pietro Losurdo ottenendo una modifica del capo d’imputazione e condannandolo alla pena di 3 anni 3 e 8 mesi di reclusione per il reato di false dichiarazioni all’A.G. e detenzione e porto di arma da guerra.

Non ha trovato riscontro nella ricostruzione degli eventi neanche l’ipotesi per cui la morte del Perez potesse essere ascritta a un fatto accidentale – si legge ancora nell’ordinanza – ma la scelta di sparare a distanza ravvicinata, in assenza di qualunque segno di colluttazione e quando la vittima dormiva, un unico colpo alla testa, capace di freddarla immediatamente appaiono sufficienti per dimostrare che l’esplosione del colpo di pistola non è stata conseguenza di una determinazione istintiva ed emotiva. Tradotta in carcere, la ragazza è a disposizione del GIP che nei prossimi giorni effettuerà l’interrogatorio di garanzia. A renderlo noto è l’Ufficio Stampa dei Carabinieri.

“Mariangela Losurdo – sottolinea l’avvocato difensore Nicola Lerario – non ha risposto all’interrogazione di garanzia. Dovremo leggere la mole di atti processuali per verificare la sussistenza di un quadro probatorio così grave da giustificare l’arresto per una ragazza incensurata, specie a distanza di anni dal fatto, già in qualche modo disvelato dalle cronache giudiziarie. Si registra la censura del GIP in merito alla posizione della mamma della Losurdo, per cui il PM ipotizzava il concorso nell’omicidio”.