In piena emergenza coronavirus, un uomo di 65 anni, impossibilitato a muoversi, affetto da obesità e da un grave disturbo alimentare, è protagonista di una lotta serrata con il Comune di Bari e i Servizi Sociali dopo non aver accettato il trasferimento a Villa Giovanna, residenza per anziani del quartiere San Girolamo, da giorni salita agli onori della cronaca dopo il caso dei diversi contagi all’interno della struttura.

“Ero in un centro non convenzionato a Molfetta, a carico del Comune. Ho parlato con i Servizi Sociali per diversi mesi, facendo presente la mia situazione e cercando di trovare insieme una soluzione per il trasferimento – racconta l’uomo -. Peso 180 kg, necessito di una struttura e di una camera singola che sia idonea alle mie condizioni di salute. Con un letto rinforzato. Sono lucido, di notte leggo, scrivo e vedo la tv. Chi condividerebbe con me la stanza si troverebbe malissimo al mio fianco. Ho bisogno anche di una cucina personale perché devo seguire una dieta specialistica e contenitiva”.

Una situazione sicuramente particolare e non facile da gestire. “Settimane fa i Servizi Sociali del Municipio 2 mi hanno chiamato e mi è stato comunicato il trasferimento a Villa Giovanna. Mi sono messo in contatto con la struttura prima di accettare e organizzare il mio spostamento, ma mi hanno negato le condizioni prima elencate – spiega il 65enne -. In più per visite mediche e spostamenti necessari per raggiungere gli ospedali, le spese previste sarebbero state a mio carico. Prendo una pensione di 290 euro, il minimo vitale, come sarebbe stato possibile?”

L’uomo è così finito nel Club Del Nonno, residenza per anziani barese in via Mauro Amoruso Manzari, ma la convenzione è stata bloccata. “Mi hanno sospeso il pagamento della retta, pur essendo un centro convenzionato rispetto a quello precedente in cui mi trovavo a Molfetta. Una sorta di dispetto dopo il mio rifiuto – racconta -. I Servizi Sociali mi contestano di aver detto no a Villa Giovanna ma io ho detto no ai servizi disponibili e non idonei alla mia condizione fisica. Così hanno deciso di non pagarmi più nulla. Rischio di finire in mezzo alla strada. Chiedo solo che venga riattivata la convenzione, sospendendo ogni misura scellerata”.